Genova, gli studenti creano una pièce di teatro ispirandosi ai dipinti ambientalisti di Fabio Patronelli

introduzione di Roberto Malini, pièce teatrale a cura degli studenti 2DSU, Liceo delle Scienze Umane Piero Gobetti di Genova; coordinamento di Daniela Malini

A Genova, il Liceo delle Scienze Umane Piero Gobetti prosegue il suo laboratorio di crescita culturale e umana attraverso la riflessione e la scrittura. È nato così il progetto “Il fiore della speranza”, uno studio e un lavoro teatrale collettivo ispirato alla serie di dipinti ambientalisti dell’artista Fabio Patronelli,  “La flor de la esperanza”, il cui tema è la devastazione da parte della multinazionale del petrolio Chevron-Texaco perpetrata in un’area incontaminata dell’Amazzonia ecuadoriana. Una tragedia in cui hanno perso la vita oltre tredicimila nativi ed è stato compromesso un ambiente ricco di diversità. Coordinata dalla docente e scrittrice Daniela Malini, l’iniziativa ha unito l’analisi dei dipinti a un percorso di scrittura e drammatizzazione che ha saputo coinvolgere gli studenti in un dialogo sincero con le tematiche ambientali e, più in generale, con la bellezza e la fragilità della natura.

L’esperienza, concepita per lasciare spazio alla libera espressione emotiva, ha permesso agli alunni di immergersi in una dimensione in cui l’arte diventa il mezzo privilegiato per raccontare storie personali e collettive. Attraverso l’analisi delle opere di Fabio Patronelli, oggi esposte in permanenza in un’aula dell’istituto, i ragazzi hanno potuto interpretare il mondo attraverso il dualismo tra luce e buio, rievocando sensazioni di speranza e di angoscia. In modo simile ad altri progetti educativi caratterizzati da un’evidente novità pedagogica già realizzati da Daniela Malini e più volte ospitati qui, sulla webzine di Genova Poesia. “Il fiore della speranza” sottolinea il valore inestimabile che ha per una giovane vita far parte di un’esperienza che unisce estetica, riflessione critica e impegno etico. Le testimonianze di iniziative analoghe in ambito scolastico – dove arte e memoria si intrecciano per formare una coscienza critica – evidenziano come il confronto con tematiche complesse favorisca la crescita personale e la sensibilità sociale.

Il progetto non si limita a essere un esercizio artistico, ma diventa anche un manifesto di impegno contro le ingiustizie ambientali. Gli studenti hanno percepito e fatta propria la sincerità dell’arte di Patronelli, che ha iniziato la serie solo dopo aver incontrato  personalmente l’avvocato Pablo Fajardo Mendoza e alcuni nativi dell’Amazzonia ecuadoriana. Fajardo è il coraggioso difensore delle popolazioni dell’Amazzonia ecuadoriana, che ha trascinato il colosso del petrolio in tribunale, ottenendo un verdetto a favore della popolazione colpita dal disastro ambientale. L’azienda, alla fine, sfruttando una serie infinita di cavilli, non ha risarcito un solo dollaro alle vittime, ma la sentenza ha aperto la strada ad altre proteste contro l’industria irresponsabile. L’incontro tra l’artista e il legale ha sancito un’alleanza simbolica tra arte e attivismo, rafforzando il messaggio, pienamente recepito dagli studenti di Genova, che la bellezza e la memoria possano diventare armi potenti contro l’indifferenza e lo sfruttamento.

Partecipare a un’esperienza educativa di questo calibro significa, per una persona giovane, accedere ai valori primari che riguardano l’ambiente e i diritti umani, provando emozioni e stimoli culturali che vanno ben oltre il semplice apprendimento teorico. Gli studenti, attraverso la scrittura, la drammatizzazione e l’allestimento di una mostra all’interno della classe, hanno sperimentato in prima persona l’importanza del dialogo tra storia contemporanea, arte e impegno civile. Essere parte di un progetto così articolato non solo arricchisce il bagaglio culturale dei ragazzi, ma li prepara anche ad affrontare il mondo con occhi più attenti e sensibili, capaci di riconoscere e valorizzare la vita e la bellezza che a volte si celano nelle pieghe più dolorose della realtà e che aspettano di essere difese.

L’iniziativa portata a termine da Daniela Malini con i suoi studenti rappresenta un esempio nitido ed emblematico di come l’arte possa diventare il veicolo ideale per educare alla civiltà, alla responsabilità ambientale e all’impegno sociale. In un’epoca in cui il futuro del pianeta appare minacciato da avidità e irresponsabilità, progetti come questo riaffermano il potere trasformativo dell’educazione e dell’arte, dimostrando che anche un piccolo fiore, con la sua corolla che ha il colore della speranza, può aprire una finestra su un mondo più consapevole, sensibile ed evoluto.

“Il testo definitivo dei ragazzi,” spiega Daniela Malini, “è stato scritto sulla base delle loro emozioni individuali davanti al quadro adottato da ciascuno, all’interno della raccolta ‘Il fiore della speranza’ di Fabio Patronelli, sulla base della preferenza cromatica o altri elementi emozionali.

Dopo un lavoro individuale di descrizione, anche legato alle sensazioni e riflessioni suscitate dalle opere, si è passati a individuare immagini poetiche inseribili in due campi semantici opposti: luce e buio. In seguito sono state individuate voci che – seguendo l’idea del teatro greco classico – rappresentassero la coscienza collettiva e un invito alla speranza.

Gli studenti hanno infine allestito una mostra all’interno della classe, anche per abbellirla, in attesa di confrontarsi con l’autore. Il tema dell’inquinamento ambientale nella foresta amazzonica ad opera della multinazionale Chevron Texaco non è stato presentato all’inizio ai ragazzi: si è preferito lasciare che si esprimessero liberamente, sulla base delle emozioni suscitate dalle opere”.

Il fiore della speranza
testo a cura degli studenti 2DSU, Liceo delle Scienze Umane Piero Gobetti di Genova; coordinamento di Daniela Malini

CORO
Apri la porta del Paradiso.

VOCE 1
C’è la pace delle Langhe.
Splende l’ultimo tramonto dell’estate.
I gabbiani volano,
è un addio silenzioso.

VOCE 2
Un’entità anomala affiora tra i colori.
Si mescolano confusione di colori e forme.

CORO
Guarda il mondo dall’alto.

VOCE 3
Esiste la speranza dell’essere umano
i fiori sbocciano
la vegetazione esotica è rigogliosa.
Il bosco si apre alla primavera
lasciandosi l’inverno alle spalle.

VOCE 4
Il Drago Cinese calpesta la natura.
La morte della bellezza avanza.

CORO
Il fiore è la chiave.

VOCE 5
Risplendono i colori allegri dei negozi del centro.
Il maglione a righe della mamma
profuma di primavera.

CORO
Una porta verso un’altra dimensione.
Alla fine della tempesta
si intravvede il sole.

VOCE 6
La paura dei cambiamenti cresce.
La tristezza e la depressione soffocano.
Il disorientamento confonde.
Paura di non sapere.
Paura del cambiamento.
Siamo fuori posto.

VOCE 7
La zampa del lupo avanza.
Il lupo rincorre la preda.
Il sudore del lupo
disegna le sbarre
della prigione.

VOCE 8
Senza la terra il bosco muore.
I resti di un’antica civiltà giacciono.
L’acido si espande.
Vecchie televisioni,
disordine.
La situazione peggiora.

CORO
La speranza
sovrasta la tempesta.

CORO
Apri la porta del Paradiso.

CORO
Il fiore è la chiave.

CORO
La distruzione non è mai la fine
La speranza ci salverà.

Nelle foto, gli studenti al lavoro, a contatto con i dipinti di Fabio Patronelli; Patronelli dona una delle sue opere all’avvocato Fajardo, eroe dell’Amazzonia ecuadoriana

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