di Nicolò Scialfa
“La neve era sporca” (in originale “La neige était sale”) è un romanzo di Georges Simenon del 1948 da Presses de la Cité. Occupazione nazista (probabilmente) in un paese delle Fiandre (?). Il giovane Frank Friedmaier, figlio della padrona di un bordello, frequenta il locale di Timo, il migliore del paese. Apparentemente freddo e scostante cerca una motivazione esistenziale nell’omicidio gratuito e privo di movente. Il suo modello è un tal Kromer che si vanta di aver ucciso diverse persone. Inizia la discesa all’inferno: assassinio gratuito, seduzione di una ragazzina, altro assassinio, società a delinquere col pessimo Kromer, abusi sessuali sulla giovane Sissy… ormai Frank si sente uomo e si è bruciato i ponti alle spalle. Sissy ammalata a causa del vile comportamento di Frank, Holst, padre di Sissy, che, pur sapendo tutto, non denuncia Frank per amore della figlia. Arresto casuale per un banale furto e non per gli omicidi. Detenzione, tortura… Frank resiste sino a quando Sissy gli confessa di amarlo comunque. Ora Frank può lasciarsi andare. Fucilazione. Tra i migliori romanzi di Simenon… ed è tutto dire dal momento che sono tutti splendidi. Balzac e Dostoevskij come riferimenti. Piani di lettura diversi, complessità e semplicità ad un tempo, bisturi che taglia senza pietà l’insondabile psiche umana e le sue aberrazioni. Erotismo sfrenato come rimedio alla pesantezza esistenziale, intermittenze morali, atteggiamenti kafkiani, sconfinamenti nel delirio di De Sade, miscela di domestica normalità e trasgressione erotica. Terribili somiglianze tra Frank e i suoi amici e i giovani che oggi si aggirano in branco alla ricerca di stupri collettivi o di pestaggi contro i barboni.