di Isoke Aikpitanyi
Táhirih (Qazvin, circa 1815 – Teheran, 1852), poetessa teologa del bábismo, prima di morire disse: “Potete uccidermi quando volete, ma non potete fermare l’emancipazione delle donne”. È il periodo alla metà del XIX secolo, al regime persiano non piace cresca nel paese una risposta al fondamentalismo: nascono gruppi come i babi e poi la religione bahai, nata proprio dal bábismo. La fede bahai e da sempre osteggiata e lo è ancora oggi, con violenze varie, in Iran. Táhirih poi, era donna, leggeva, scriveva, parlava. E poi era di famiglia importassima nella comunità religiosa musulmana. Rivoluzionò tutto. Davanti agli uomini mandati a ucciderla si tolse il velo, ultimo “scandalo”. Corpo, ceneri, tutto disperso, nella speranza integralista di far scomparire l’esempio.