di Nicolò Scialfa
Il grande sonno (The Big Sleep) è un romanzo poliziesco scritto da Raymond Chandler nel 1939, romanzo hardboiled per antonomasia, primo della serie in cui indaga il detective privato Philip Marlowe. Il titolo è riferito alla morte ed è la frase finale dell’opera. Un generale in pensione, ricchezze dall’origine losca, circuiti pornografici, donne affascinanti e drogate, casinò e gioco d’azzardo… Los Angeles e le sue contraddizioni. Memorabile il film di Howard Hawks con Bogart perfetto Marlowe, duro e sofferente, finto cinico dotato di buona cultura, fisico asciutto e portamento elegante. Marlowe si muove in una Los Angeles grigia e piovosa, è un uomo dotato di senso del dovere ed etica professionale, con una morale corretta dal buon senso. Coraggioso, solitario e malinconico, dall’eloquio pungente e sarcastico, ironico e disinvolto, a sprazzi divertente. Collabora con la Polizia ma con distacco e sospetto, sempre border line. Sottofondo di tristezza e trama ingarbugliata sorretta da autentica classe e da immenso talento. Il prodotto finito è un cocktail ad alto tasso alcolico con relativo pugno nello stomaco ed effetto piacevole ma di patinata tristezza e ottundimento sensoriale ingigantito da un cospicuo numero di sigarette. Quale uomo degno di tale nome non si è identificato in Marlowe almeno una volta nella vita? E poi, soprattutto, quanta distanza dai melensi e stucchevoli dettutivi ispettori di Arthur Conan Doyle e Agatha Christie… definirli noiosi è un complimento. Chandler si muove nella scia del genere creato da Hammett a cavallo tra gli anni venti e trenta del Novecento… alti livelli.