Franz Kafka, Il processo

di Nicolò Scialfa

Il processo (Der Prozess) è un romanzo incompiuto di Franz Kafka, pubblicato per la prima volta nel 1925. Josef K. accusato di una colpa inesistente, arrestato e processato per motivi insondabili. Dapprima Josef K. è sicuro di sé, poi, piano piano, viene schiacciato da un meccanismo lento e inarrestabile. Resta isolato e sgomento. Giustizia con dinamiche ferree, dove tutto è ineluttabile e regolato da autoreferenzialità. L’individuo viene divorato da una macchina infernale.  Josef K., condannato a morte, subisce interrogatori, cerca avvocati e testimoni al fine di giustificare il delitto commesso, quello di “esistere”, vera, autentica tragedia. Il tribunale è il mondo stesso, ogni cosa è processo. Bisogna attendere l’esecuzione della condanna… il giorno del suo trentunesimo compleanno, all’alba, viene prelevato da due signori vestiti di nero e giustiziato fuori città con una coltellata alla gola. 

Opera complicata, profonda, visionaria e surreale, poliedrica, astratta, incentrata sul tema della colpa di esistere e sull’impossibilita di comunicare; Josef K., l’uomo kafkiano, entra nel vortice Giustizia-Angoscia-Disperazione-Claustrofobia senza poterne più uscire… Urlo di Munch. Narrazione esterna e monologo interiore, realismo estremo, aura malvagia, stregata, malevola. Assenza di vittimismo… il mondo è assurdo e privo di senso… e tanto basta. Potenze oscure e invincibili si palesano improvvisamente e ci annientano. Interpretazioni molteplici (alienazione e solitudine umana nella società di massa, influenza di George e del decadentismo in genere…). Penso si debba partire da Praga, dal suo fascino misterioso, dal Golem, dalla tradizione ebraica dell’Europa centrale… Martin Buber, teatro yiddish, chassidismo, scontro tra razionalità occidentale e misticismo ebraico. In ogni caso siamo di fronte ad una delle voci più potenti sulla miseria della condizione umana nel mondo contemporaneo.

Dal libro venne anche tratto un film, intitolato anch’esso Il processo, diretto da Orson Welles e interpretato da Anthony Perkins e dallo stesso Welles.

 

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