di Roberto Malini
Pomeriggio di letteratura a bassa voce ieri a Nervi, presso le Raccolte Frugone, in occasione della lettura dei 49 racconti” di Ernest Hemingway, il quale era convinto – e lo scrisse nel romanzo “Il vecchio e il mare” – che a dirle ad alta voce, le cose belle non succedono. E allora senza microfono, davanti a due capolavori di Giovanni Boldini, “Beatrice de Byland” e “Miss Bell”, Daniela, Lucetta, Silvia, Francesca, io e alcuni giovani amici di Hemingway abbiamo letto – mai ad alta voce, come avrebbe fatto Hemingway – pagine della sua antologia. “Gatto sotto la pioggia” è uno dei racconti brevi di “Papa” che amo di più, perché il gatto è l’ipostasi animale dello scrittore, simbolo della sua natura imprevedibile, avventurosa, godereccia, rissosa e sempre sul confine fra paradiso e oblio. L’ho letto senza enfasi, come chiedono tutti i racconti del grande scrittore statunitense, per rendere l’atmosfera di una particolarissima giornata di pioggia a Rapallo. Daniela ha letto “Padri e figli”, mettendo in scena – anche lei a voce bassa, con i colori tenui di chi scopre senza falsi pudori sentimenti e segreti – quella tragedia che è sempre presente nel rapporto padre e figlio. Clarence, padre di Ernest Hemingway, era un uomo infelice, che un giorno si tolse la vita con la Smith & Wesson che era appartenuta al padre. In “Padri e figli” Nick, personaggio in cui il romanziere si specchiava, divenuto anch’egli padre, sente il figlio chiedergli: “Perché non andiamo a visitare la tomba del nonno?”. Il significato del racconto è condensato in quella breve domanda. Prima di interpretare i racconti, ognuno dei poeti-lettori ha dedicato al Premio Nobel la lettura di una propria poesia, il cui filo conduttore era la ricerca della felicità. Applausi meritati per tutti.
Nelle foto di Steed Gamero, momenti della lettura dei 49 racconti; il gatto delle Raccolte Frugone.