di Roberto Malini
Nonostante il parlamento tedesco, il Bundestag, abbia approvato nel mese di giugno 2017 una legge che autorizza i matrimoni gay, a Berlino e in altre importanti città tedesche vi è stato negli ultimi due anni un incremento verticale degli episodi di violenza nei confronti della comunità Lgbt, tanto che le autorità sono state costrette a istituire un apposito numero verde a disposizione delle persone omosessuali vittime di violenza, intimidazioni e insulti. In Ucraina l’ultradestra ha scatenato una vera e propria caccia all’uomo nei confronti della comunità rom. I campi vengono rasi al suolo da unità paramilitari votate ad ideologie neonaziste e decine di uomini, donne e bambini vengono colpiti con mazze e armi da taglio, spesso sotto gli occhi delle forze dell’ordine e dei rappresentanti dei media, che assistono indifferenti. Il 23 giugno e l’1 luglio gli attacchi – che possono essere definiti come pogrom del nostro tempo – hanno provocato la morte di un giovane rom di 24 anni e di una giovane romnì di 30 anni. Episodi gravissimi di violenza razziale contro rom, sinti, migranti e cittadini indigenti si verificano con frequenza sempre maggiore in Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Slovenia, Austria, dove le forze dell’ordine e la magistratura non solo non tutelano i più deboli, ma partecipano attivamente alla persecuzione delle minoranze etniche discriminate. In Italia l’ondata di intolleranza istituzionale è sostenuta da un ampio consenso popolare e il nostro paese, secondo recenti sondaggi, è fonte di ispirazione per un fronte sempre più nutrito di partiti di destra populisti e xenofobi, che già dalle prossime elezioni europee potrebbe cambiare radicalmente gli equilibri politici, impossessandosi di posizioni decisionali nell’Ue presso la Commissione e il Consiglio. È il nuovo fascismo che avanza e che chiama la società civile e la cultura a un impegno sempre più coraggioso e intenso, per fermare le continue violazioni dei diritti umani cui un’Europa impreparata e concentrata solo sui conti economici assiste indifferente, incapace di far valere la Carta dei diritti fondamentali nell’Ue e di reclamare l’importanza basilare dei valori e delle libertà civili.
Nella foto, Roberto Malini presso il Memoriale agli omosessuali perseguitati sotto il nazismo di Berlino.