di Roberto Malini
Il nostro paese è in preda a sentimenti distruttivi e irrazionali. Ce ne si accorge anche nel mondo dei social, in cui – se appena si esce dalle tenui frontiere della propria pagina – è facile imbattersi in utenti (spesso protetti da uno pseudonimo) che, di fronte a un nostro commento, ci attaccano, ci insultano e ci calunniano, senza neanche conoscerci. Mi è successo – ancora una volta – questo pomeriggio, sulla pagina di una persona che sembra dedicarsi ad argomenti seri, ma che non mette in atto alcuna moderazione, neanche di fronte agli atteggiamenti più incivili da parte dei suoi amici. Sono ormai abituato a questo clima di maleducazione e indifferenza, in cui mi muovo con cautela, ma senza arrendermi all’aggressività altrui, che vuole essere intimidatoria, ma raramente è sorretta da intelligenza e cultura. Così, anche a beneficio del titolare della pagina, ho risposto con le parole che seguono all’utente livoroso:
Ti risponderò con una parabola popolare buddista: parole semplici, su cui dovrai però riflettere, se vorrai comprenderle e farne tesoro. È la “Parabola della Rabbia”. Un giorno il Buddha, mentre meditava, venne avvicinato da un uomo in preda alla rabbia. L’uomo, che non conosceva il Buddha (come tu non conosci me: la cosa si fa interessante!), iniziò a inveire contro di lui e a insultarlo: “Sei un disonesto, un impostore!” (lo stesso che fai tu, senza conoscermi: ancora più intrigante, questa parabola!). Il Buddha sorrise a quelle parole (peccato che tu non possa vedere ora il mio viso…) e gli disse ciò che ora scrivo: “Dimmi, uomo in preda alla rabbia, se acquisti un dono per qualcuno e questi non lo accetta, a chi appartiene il dono?”. So cosa stai pensando: “La risposta è semplice e dunque la tua domanda non mi mette in difficoltà! Il dono appartiene ancora a me, visto che – mio caro Roberto – l’ho comprato io!”. È la stessa risposta dell’uomo arrabbiato: complimenti! Ed ecco cosa disse il Buddha a quell’uomo così livoroso: “È proprio vero, amico mio! Ed è quello che accade con la rabbia. Se ti arrabbi con me e io non mi offendo, non me la prendo con te, ma mantengo la calma, la rabbia ricade su di te. Così sei l’unico ad essere infelice: non io. Tutto ciò che hai detto (tutto ciò che scrivi), l’hai fatto a te stesso!”. Ed ecco il consiglio per chi è preda della rabbia: “Se vuoi cessare di farti del male, è necessario che ti liberi di quel furioso sentimento!”.