di Nicolò Scialfa
“Il bacio. Episodio della giovinezza. Costumi del secolo XIV”, popolarmente noto come “Il bacio” è un olio su tela opera di Francesco Hayez, misura 112×88 cm e fu dipinto nel 1859. Si trova presso la Pinacoteca di Brera.
Romanticismo. Immaginario medievale. Carica emotiva e passionale. Grande successo popolare. Risorgimento, amor di Patria, indipendenza, Mazzini. Il bacio viene commissionato privatamente a Francesco Hayez dal conte Alfonso Maria Visconti di Saliceto. Alla sua morte passa a Brera. «In questo abbraccio e in questo bacio, l’osservatore presagisce il dolore per una partenza imminente e inevitabile: dopo l’addio struggente, la fanciulla resterà sola, carica di nostalgia, a cullarsi nella sua attesa malinconica, affranta per il timore di non rivedere mai più il suo amato» (Giuseppe Nifosi). Ne abbiamo quattro copie leggermente diverse tra loro.
Cromatismo alla Tiziano, lezione di Giorgione, significati allegorico-politici colti dal poeta Francesco Dall’Ongaro:
“una scena toccante, piena di mistero e di affetto. […] esca da questo bacio affettuoso una generazione robusta, sincera, che pigli la vita com’ella viene, e la fecondi coll’amore del bello e del vero”. Da accostare alla “Partenza del garibaldino” e a “Triste presentimento” di Gerolamo Induno. Nel 1922 il direttore artistico della Perugina Federico Seneca lo riprende come motivo di forte impatto pubblicitario. Sempre nel 1922 Tamara de Lempicka crea Il bacio, sia pur con effetti meno travolgenti e più rozzi assai. Poi nel 1954 Luchino Visconti con Senso: villa di Aldeno, la contessa Livia Serpieri ed il tenente austriaco Franz Mahler si perdono in un amplesso struggente, erotico e foriero di sventure. Luchino è quello, come al solito, che ha capito di più.