Da giovedì 30 gennaio a giovedì 7 maggio 2020
Genova – Prende il via alla Biblioteca Berio il nuovo ciclo di incontri organizzato dalla Dante Alighieri Comitato di Genova; la serie di appuntamenti è dedicata a I grandi poeti italiani del ‘900 fra parole e musica. Che ruolo ha avuto e ha in Italia la poesia nel Novecento? Il progressivo distacco dei lettori dalla poesia, fotografabile attraverso diversi dati, richiede lo sviluppo di una sensibilità per il bello oggi difficile da trovare. Di qui, il tentativo di questo progetto di contrastare questa deriva, attraverso l’approfondimento di otto nostri importanti poeti del Novecento, molto diversi tra loro, talora opposti. Di seguito, il calendario di incontri in programma:
• Genova – Giovedì 30 gennaio 2020, alle 16.30 – Gabriele D’Annunzio, edonista ed espressione dell’ambizione borghese a uscire dall’anonima routine; con le parole di Antonio Zollino e la musica di Sofia Ferrari (voce) e Giovanni Pisanu (pianoforte)
• Giovedì 13 febbraio 2020, alle 16.30 – Umberto Saba, poeta quotidiano che racconta la grandezza degli umili; con Elvio Guagnini; musica di Sofia Ferrari (voce) e Luca Ambrosi (chitarra)
• Giovedì 27 febbraio 2020, alle 16.30 – Giuseppe Ungaretti, testimone sofferto della brutalità insensata della guerra; con Carla Boroni; musica di Sofia Ferrari (voce) e Giovanni Pisanu (pianoforte)
• Giovedì 12 marzo 2020, alle 16.30 – Camillo Sbarbaro, interprete di una società priva di certezze nella quale gli uomini s’imbattono abitualmente nel male e nell’incomunicabilità; con Enrico Testa e il pianoforte di Michele Carraro
• Giovedì 26 marzo 2020, alle 16.30 – Eugenio Montale, con Giorgio Ficara; musica a cura di Sofia Ferrari (voce) e Giovanni Pisanu (pianoforte)
• Martedì 7 aprile 2020, alle 16.30 – Giovanni Giudici, che nei suoi versi narrativi esprime le contraddizioni di una società che vertiginosamente si trasforma; con Simona Morando e Michele Carraro al pianoforte
• Giovedì 23 aprile 2020, alle 16.30 – Giorgio Caproni, che invece ama i luoghi che gli hanno insegnato a crescere e ad amare ciò che della vita si può apprezzare; con Stefano Verdino; voce recitante di Riccardo Cucciolla, canto di Elena Belfiore, violino di Lorenza Vaccaro e pianoforte di Caterina Picasso
• Giovedì 7 maggio 2020, alle 16.30 – Edoardo Sanguineti, che ostinatamente cerca di rinnovare il modo di esprimersi degli artisti. Con Erminio Risso e il pianoforte di Valentina Messa
Genova – Gli incontri sui poeti italiani del 900 alla Berio sono tutti a ingresso libero fino a esaurimento posti.
Questo evento è stato aggiornato con nuove informazioni il 27/01/2020 alle ore 21:28.
La poesia in Italia nel Novecento
Che ruolo ha avuto e ha in Italia la poesia nel Novecento? Possono fornire indizi sufficienti alcuni dati obiettivi anche se non si riferiscono a situazioni consolanti, ma che mi sembrano molto significativi: quando il 18 febbraio 1907 si svolsero a Bologna i funerali di Giosue Carducci, vi parteciparono (oltre alle maggiori autorità nazionali) migliaia di persone: non tutte, credo, avevano letto le sue poesie, ma tutti riconoscevano in lui chi aveva rappresentato quella nuova Italia nata dal Risorgimento nella quale, non sempre facilmente, esse stavano vivendo: quel poeta rappresentava un popolo. Quasi un secolo dopo, il 23 gennaio 1990, al funerale di Giorgio Caproni a Roma parteciparono poche decine di amici senza alcuna rappresentanza delle istituzioni: quel grande poeta era dunque un estraneo per la società di allora, quasi la stessa che venticinque anni dopo avrebbe invece partecipato numerosa e con grande tributi di onori alle esequie di un cantante romano nel quale evidentemente si riconosceva. “Davvero conta solo lo spettacolo, il modello del successo?” si era domandato con indignazione il giornalista Andrea Barbato nell’osservare l’assenza dei potenti ai funerali di Caproni, ma poi aveva preconizzato che “i versi di questo poeta saranno ancora letti, amati, studiati, stampati, quando il potere attuale sarà ridotto in polvere e dimenticati gli uomini che lo detengono”. Così è stato per Caproni; ma era stata tanto diversa la sorte di Dante, per secoli dimenticato e perfino deriso e oggi, a 700 anni dalla morte, amato in tutto il mondo?
I dati impietosi che ho sopra riportato fotografano certo il cambiamento culturale del nostro paese e, nello specifico, indicano il progressivo distacco dalla poesia che, per essere letta e amata, richiede quella sensibilità per il bello che oggi è difficile trovare. Ed è proprio per tentare di contrastare questa deriva che la Dante Alighieri di Genova si propone di favorire la conoscenza di otto nostri importanti poeti del Novecento, molto diversi tra loro, talora opposti, come i primi due della rassegna: l’edonista d’Annunzio, espressione dell’ambizione borghese a uscire dall’anonima routine e il “quotidiano” Saba, che racconta la grandezza degli umili; e poi Ungaretti, testimone sofferto della brutalità insensata della guerra; e ancora Sbarbaro e Montale, interpreti di una società priva di certezze nella quale gli uomini s’imbattono abitualmente nel male e nell’incomunicabilità; e poi Caproni, che invece ama i luoghi che gli hanno insegnato a crescere e ad amare ciò che della vita si può apprezzare, per giungere a Giudici, che nei suoi versi narrativi esprime le contraddizioni di una società che vertiginosamente si trasforma e per finire con Sanguineti, che ostinatamente cerca di rinnovare il modo di esprimersi degli artisti. E così questi otto incontri, avviati da un contributo musicale per collegare l’armonia delle parole con quella delle note, dimostreranno che la voce della poesia può ancora rappresentare un’occasione unica per aiutarci a conoscere e a capire il nostro tempo e i nostri sentimenti e perfino, in questi tempi dominati dall’inseguirsi di migliaia d’immagini che subito si annullano, a fermarci per riflettere un poco e magari per provare qualche inaspettata emozione.
Gabriele d’Annunzio nato a Pescara nel 1863, a 11 anni è iscritto al collegio Cicognini di Prato dove conosce e apprezza la poesia del Carducci che caratterizza il suo primo libro di poesia Primo vere* (Ricci 1879). Nel 1881 si trasferisce a Roma per frequentarvi la facoltà di Lettere, ma preferisce la vita mondana dei salotti dove incontra scrittori, editori e giornalisti che lo invitano a collaborare a importanti testate come il “Fanfulla della Domenica” e “Capitan Fracassa”. Dopo le poesie di Intermezzo di rime* (Sommaruga 1883) esordisce in prosa con i bozzetti veristi Terra vergine* (ivi 1883) seguiti dai romanzi Il piacere* (Treves 1889), Giovanni Episcopo* (1891) e L’innocente* (1892) mentre celebra la “splendida miseria” della capitale nelle Elegie romane* (Zanichelli 1887-1892). Nel 1891 per lavorarvi al giornale “Il Mattino” si trasferisce a Napoli dove stampa le Odi navali* e Il poema paradisiaco* (ivi 1892-3); torna in Abruzzo, a Francavilla, dove compone i romanzi Trionfo della morte* (ivi 1894) e Le vergini delle rocce* (ivi 1896). Eletto nel 1897 deputato della destra, passa alla sinistra, nelle cui file si candiderà senza successo nelle elezioni del 1900. Dal 1898 si stabilisce nella villa La capponcina a Settignano, presso Firenze, dove svolge intensissima e varia attività letteraria componendo tra l’altro Le novelle della Pescara* (ivi 1902), le tragedie Francesca da Rimini* (ivi 1902), La figlia di Jorio* (1904) e La nave* (ivi 1908) e i primi tre libri delle Laudi* (ivi 1900-03). La vita lussuosa lo costringe nel 1910 a vendere La capponcina e a trasferirsi in Francia che lascia nel maggio del 1915 per pronunciare a Genova-Quarto il discorso che annuncia la prossima entrata in guerra dell’Italia. Convinto interventista si arruola subito e partecipa a numerosi voli di propaganda, perdendo l’occhio destro nel 1916 per un incidente. Per rivendicare all’Italia l’annessione della Dalmazia, con un gruppo di legionari occupa Fiume dal settembre 1919 al dicembre 1920, quando torna in Italia per stabilirsi al Vittoriale, sulla sponda occidentale del lago di Garda, dove completa il suo libro sulla guerra Il Notturno* (ivi 1921), segue la pubblicazione in 48 volumi delle sue Opere complete (Mondadori 1927-36) e dove muore nel 1938.
Antonio Zollino si è formato all’Università di Pisa e insegna Letteratura italiana moderna all’Università Cattolica di Milano. Si è occupato di autori quali d’Annunzio, Pascoli, Montale, Gadda, Tozzi, Linati e su tali autori ha tenuto lezioni per le università di Pisa, Salerno, Madrid, Seton Hall e Bryn Mawr (USA). Nel 2010 ha ricevuto il “Premio Montale – Fuori di casa” e il Premio internazionale “Dante d’argento” per le comunicazioni culturali. In ambito dannunziano ha partecipato a numerosi convegni organizzati dal Centro nazionale di studi dannunziani di Pescara e ha pubblicato Il vate e l’ingegnere. D’Annunzio in Gadda (ETS 1998; 2a edizione 2010) con il quale ha vinto, nel 1999, il “Premio nazionale di saggistica dannunziana”. Nel 2006 ha curato, con Milva Maria Cappellini, gli Studi per Ivanos Ciani di D’Annunzio e dintorni (ivi). Nel 2014 ha pubblicato La bella sorte. Il personaggio d’Annunzio nella letteratura e nella vita culturale italiana per Agorà & co. di Lugano.
Fabio Contu, laureatosi in Storia del Teatro e dello Spettacolo alla Facoltà di Lettere dell’Università di Genova nel 1999, insegna Italiano e Storia nelle scuole superiori genovesi dall’anno scolastico 2001-2002. Nel 2017 ha conseguito il Dottorato di Ricerca, con menzione internazionale, presso l’Università di Siviglia, con una tesi sull’attività teatrale e politica di Franca Rame, intitolata Zona Franca (Rame). Attualmente le Università di Siviglia e di Salamanca in qualità di esperto di Teatro Italiano Contemporaneo. È autore di numerose pubblicazioni e di interventi a congressi, in Italia e all’estero, sul Teatro contemporaneo italiano Dall’anno scolastico 2002-2003 al 2013-2014, presso l’I.P.S.S.A. “Nino Bergese” di Genova Sestri Ponente, ha diretto il Laboratorio di Teatro-Educazione, da lui stesso fondato e con il quale ha partecipato a vari Festival nazionali di Teatro scolastico con numerose collaborazioni con l’Unicef e con l’ANPI di Genova Sestri Ponente e partecipazioni al “Festival Pop della Resistenza” del Teatro della Tosse. Nel 2012 ha fondato, con gli attori Davide Mancini e Angela Ciaburri e col musicista Guglielmo Cassinelli, la Compagnia Teatrale “Randevù”, con cui ha lavorato fino al 2014 e che ha esordito con lo spettacolo Happy New Fear, replicato in diversi teatri. Attualmente dirige, insieme a Marco Pasquinucci e Alberto Lasso, i Laboratori di Teatro-Educazione della scuola primaria “Da Verrazzano” e della scuola secondaria “Durazzo” di Genova Quinto.
Sofia Ferrari, mezzosoprano, giovane artista ventitreenne inizia i suoi studi con il soprano Sara Cappellini Maggiore e prosegue i suoi studi accademici presso il Conservatorio Niccolò Paganini di Genova. Oltre ad un’ampia attività concertista, sia in campo sacro che profano, nel 2019 interpreta il ruolo di Cherubino da Le Nozze di Figaro di W.A.Mozart. Nel novembre 2018 debutta la “Petite Messe Solennelle” di G. Rossini come contralto solista.
Giovanni Andrea Pisanu (Genova, 1996) si avvicina allo studio del pianoforte all’età di 7 anni, nel 2009 supera l’esame di ammissione al Conservatorio di Genova e dal 2009 al 2014 partecipa ai Corsi Internazionali Musicali sotto la guida del M°. Gianfranco Carlascio tenutisi a Cogoleto (Genova) e successivamente Zoagli (Genova). Nel 2015 partecipa alla Masterclass tenuta dal M°. Roland Proell in Austria, St. Polten e nello stesso anno ottiene il primo premio al concorso internazionale “Città di Alessandria” e si diploma al Liceo Linguistico “Eugenio Montale”. Nel 2016 si esibisce in qualità di solista per l’associazione “Liguria Eventi” e partecipa alla Masterclass tenuta dal M°. Cabassi, aggiudicandosi subito dopo di nuovo il primo premio al concorso internazionale “Città di Alessandria”. Nel maggio 2017 si esibisce nella Maratona Musicale organizzata dall’associazione “Classicalessandria” al teatro Comunale di Alessandria e ancora nel luglio del 2017 si diploma presso il Conservatorio Paganini con il massimo dei voti e la lode. Ora è iscritto al primo corso di biennio al conservatorio Nicolini di Piacenza e nell’ottobre 2018 si aggiudica il primo premio nel concorso Città di Moncalieri e nello stesso mese tiene un concerto per l’associazione “Amici del Carlo Felice e del Conservatorio Paganini”.
La Biblioteca civica Berio