di Roberto Malini
Mi hanno chiesto di ascoltare il Cantico dei Cantici riassunto da Benigni e da una cerchia di versificatori per il Festival di Sanremo (sic!). E poi di esprimere il mio parere. Chi ha studiato il Cantico e ne conosce la giusta lettura, non esprime che il silenzio, di fronte a una delle tante letture superficiali. Troppo lontano, il regista, dalla poesia e dal cuore del Cantico, che è il Sanctum Sanctorum (in ebraico קֹדֶשׁ הַקֳּדָשִׁים) della Torah e dello spirito universale. Ai tanti Benigni che leggono un altro cantico, sempre lo stesso, attraverso i secoli, risponde Rabbi El’azar ben ‘Azaryà: “A che cosa possiamo paragonarlo? A un sovrano che prese uno staio di grano e lo diede al mugnaio, dicendogli: ‘Fammene uscire tanto fior di farina, tanto di farina, tanto di crusca, poi separami da quegli ingredienti un pane raffinato ed eccellente’”.