La natura respira e fiorisce anche quando la civiltà attraversa una crisi. Alla fine, però, umanità e ambiente sono parte dello stesso pianeta e forse dovremmo imparare – perché si impara soprattutto dal dolore – a respirare insieme e nutrirci vicendevolmente, rispettandoci e preservandoci nella nostra diversità biologica.
“In questo disegno,” spiega Elisa, II Liceo, “ho rappresentato gli elementi più significativi di questo periodo, il Coronavirus e la Natura. In primo piano ho disegnato una ragazza in bianco e nero; anche per gli occhi non ho utilizzato colori. Perché gli occhi neri? Perché in questo momento siamo vuoti. Il vuoto per me rappresenta la paura, le incertezze; ci spoglia di tutto, come da gennaio scorso sta facendo il virus.Invece sulla mascherina e sopra gli occhi ho disegnato fiori colorati perché, nonostante tutto, i fiori sono capaci di restare in vita anche se noi li calpestiamo più volte. E per questo che ho deciso di rappresentarli mentre stanno per risollevarsi, per riprendersi piano piano ciò che gli abbiamo tolto”.
Il progetto “Studenti e coronavirus”
L’esperienza di Daniela Malini, docente e scrittrice, in collegamento quotidiano con i suoi studenti, costretti all’isolamento e raggiunti da notizie e numeri drammatici relativi alla tragedia della pandemia, nonché bombardati da messaggi mediatici spesso contraddittori. “Questo progetto è nato in modo del tutto spontaneo, “ spiega l’insegnante, “durante le primissime lezioni in videoconferenza con le mie classi. Mentre ci si ritrovava, con una certa emozione da parte di tutti, dopo un periodo di sola comunicazione attraverso il registro elettronico e le email con cui i ragazzi mi inviavano i lavori svolti, gli studenti mi hanno proposto di raccontare le loro giornate di clausura e ansia. Tra un discorso e l’altro, qualcuno ha iniziato a mostrare a me e ai compagni un disegno, un fumetto, una scritta, un autoritratto. Ho notato che c’erano in tutti questi lavori elementi comuni, il senso di spaesamento dei ragazzi: occhi enormi persi nel vuoto, sguardi come ipnotizzati rivolti verso uno schermo, letti della cameretta che si trasformano in stanze disadorne di ospedale, oggetti che assumono un nuovo significato simbolico (l’Amuchina), eroi che indossano la mascherina… La proposta di esprimere il proprio vissuto e di condividerlo con gli altri ragazzi è stata subito accolta da alcuni studenti. Ho poi pensato che fosse importante far conoscere anche all’esterno quello che provano gli adolescenti, che per la prima volta nella loro vita si ritrovano in una situazione nuova ed estremamente pesante sul piano psicologico. Spesso con un certo carico di lavoro scolastico da svolgere tutti i giorni, on line. Il progetto “Studenti e coronavirus” presenta alcune opere realizzate dagli studenti e le idee che le hanno ispirate. E a proposito di idee, un ringraziamento speciale a Federica.