Daniela Malini sintetizza il significato di due disegni di Matilde Todaro, studentessa di 18 anni: “Per via di questa epidemia non è a casa sua. Ci sono ragazzi che per motivi di sicurezza, spesso per la professione dei genitori (medici, infermieri, operatori sanitari) non solo si trovano in quarantena, ma vivono questo periodo, che sembra non dover finire mai per un adolescente, ospite di parenti. I suoi disegni mi hanno colpito moltissimo per la ricercata semplicità. Matilde ha spiegato ai compagni che in questo periodo si sente come un pesce in un precario contenitore. Insieme a lei c’è il familiare con cui condivide uno stesso spazio ed entrambi sembrano guardarsi cercando una risposta che non trovano. Il libro rosso, minuscolo nello spazio bianco della pagina, è aperto ma come abbandonato: neanche la lettura, sebbene tanto amata, riesce a colmare il vuoto”.
Il progetto “Studenti e coronavirus”
L’esperienza di Daniela Malini, docente e scrittrice, in collegamento quotidiano con i suoi studenti, costretti all’isolamento e raggiunti da notizie e numeri drammatici relativi alla tragedia della pandemia, nonché bombardati da messaggi mediatici spesso contraddittori. “Questo progetto è nato in modo del tutto spontaneo, “ spiega l’insegnante, “durante le primissime lezioni in videoconferenza con le mie classi. Mentre ci si ritrovava, con una certa emozione da parte di tutti, dopo un periodo di sola comunicazione attraverso il registro elettronico e le email con cui i ragazzi mi inviavano i lavori svolti, gli studenti mi hanno proposto di raccontare le loro giornate di clausura e ansia. Tra un discorso e l’altro, qualcuno ha iniziato a mostrare a me e ai compagni un disegno, un fumetto, una scritta, un autoritratto. Ho notato che c’erano in tutti questi lavori elementi comuni, il senso di spaesamento dei ragazzi: occhi enormi persi nel vuoto, sguardi come ipnotizzati rivolti verso uno schermo, letti della cameretta che si trasformano in stanze disadorne di ospedale, oggetti che assumono un nuovo significato simbolico (l’Amuchina), eroi che indossano la mascherina… La proposta di esprimere il proprio vissuto e di condividerlo con gli altri ragazzi è stata subito accolta da alcuni studenti. Ho poi pensato che fosse importante far conoscere anche all’esterno quello che provano gli adolescenti, che per la prima volta nella loro vita si ritrovano in una situazione nuova ed estremamente pesante sul piano psicologico. Spesso con un certo carico di lavoro scolastico da svolgere tutti i giorni, on line. Il progetto “Studenti e coronavirus” presenta alcune opere realizzate dagli studenti e le idee che le hanno ispirate. E a proposito di idee, un ringraziamento speciale a Federica.