di Luis Sepúlveda (da “Lettera a Santa Claus”)
I mercati hanno nomi e facce di persone. Sono un gruppo formato da meno dell’1 per cento dell’umanità e sono, allo stesso tempo, i padroni del 99 per cento della ricchezza. I mercati sono i membri dei consigli di amministrazione e gli stessi azionisti, per esempio, di un laboratorio che non vuole rinunciare ai brevetti di una serie di medicinali che, se fossero generici, salverebbero milioni di vite. Non lo fanno perché la vita non è redditizia, ma la morte lo è, e molto.
I mercati sono gli azionisti della banca che sequestra la casa a una donna con il figlio invalido. Per tutti e per ognuno di quegli azionisti, dirigenti e direttori di reparto, le ragioni umanitarie non sono redditizie, ma la spogliazione, il passaggio dalla povertà alla miseria sì che lo sono, e molto. E per i truffatori della speranza – che siano di destra o di sinistra, dato che non c’è altra scelta tra i difensori del sistema responsabile della crisi causata dai mercati stessi – spogliare della sua casa quella vecchietta è stato un segnale per tranquillizzare i mercati.