Eleonore Berdondini, II Liceo, ci ha inviato il suo disegno senza preannunciarlo. Ci è giunto come un dono tanto gradito quanto inatteso. La sua opera è suggestiva e colpisce l’osservatore per lo stile manga associato a un marcato simbolismo. È potente e penetra nella nostra psiche l’immagine della caduta, non priva di riferimenti letterari. Precipitare nell’indistinto, quando il mondo reale perde i suoi punti di riferimento… Lasciare che la mente sprofondi nell’abisso, come Odisseo e i suoi compagni, giunti nel paese dei lotofagi, dove si vive e si attende di dimenticare la propria condizione di naufraghi, consumando gli istanti e i dolci frutti del loto, che accompagnano gli esseri umani lontani dal dolore, verso un sereno oblio.
“Credo che capiti a tutti di cadere in quel mare di pensieri che ti toglie il fiato,” scrive Eleonore. “Quell’immenso a cui cerchiamo di non pensare, ma che si ripresenta ogni volta che siamo soli. Quell’immenso così temibile quanto bellissimo.”
Il progetto “Studenti e coronavirus”
L’esperienza di Daniela Malini, docente e scrittrice, in collegamento quotidiano con i suoi studenti, costretti all’isolamento e raggiunti da notizie e numeri drammatici relativi alla tragedia della pandemia, nonché bombardati da messaggi mediatici spesso contraddittori. “Questo progetto è nato in modo del tutto spontaneo, “ spiega l’insegnante, “durante le primissime lezioni in videoconferenza con le mie classi. Mentre ci si ritrovava, con una certa emozione da parte di tutti, dopo un periodo di sola comunicazione attraverso il registro elettronico e le email con cui i ragazzi mi inviavano i lavori svolti, gli studenti mi hanno proposto di raccontare le loro giornate di clausura e ansia. Tra un discorso e l’altro, qualcuno ha iniziato a mostrare a me e ai compagni un disegno, un fumetto, una scritta, un autoritratto. Ho notato che c’erano in tutti questi lavori elementi comuni, il senso di spaesamento dei ragazzi: occhi enormi persi nel vuoto, sguardi come ipnotizzati rivolti verso uno schermo, letti della cameretta che si trasformano in stanze disadorne di ospedale, oggetti che assumono un nuovo significato simbolico (l’Amuchina), eroi che indossano la mascherina… La proposta di esprimere il proprio vissuto e di condividerlo con gli altri ragazzi è stata subito accolta da alcuni studenti. Ho poi pensato che fosse importante far conoscere anche all’esterno quello che provano gli adolescenti, che per la prima volta nella loro vita si ritrovano in una situazione nuova ed estremamente pesante sul piano psicologico. Spesso con un certo carico di lavoro scolastico da svolgere tutti i giorni, on line. Il progetto “Studenti e coronavirus” presenta alcune opere realizzate dagli studenti e le idee che le hanno ispirate. E a proposito di idee, un ringraziamento speciale a Federica.