Beatrice Bascherini, III Liceo, partecipa al progetto “Studenti e coronavirus” con alcuni disegni a china su carta. Scegliamo “Tutto è chiuso”, realizzato durante il lockdown. In una pregevole e originale sintesi grafica, la giovane artista trasmette contemporaneamente angoscia e speranza. L’angoscia di chi, privato della libertà, perde sensibilità e si sente duro come il cristallo; la speranza che deriva dalla voglia di vivere e di liberarsi dai vincoli e dalla paura, per tornare nel mondo, con la stessa energia di una pianta, di un fiore che sboccia, cresce e cerca la via della luce anche nelle condizioni più estreme. Beatrice ama scoprire nel web immagini di autori non conosciuti, non solo disegni o dipinti e non un genere specifico; spesso si sofferma sul particolare di un tatuaggio e lo riproduce utilizzando varie tecniche e materiali. Ringraziamo la professoressa Monica Fabbri, docente di lingua e letteratura inglese, per il prezioso lavoro.
Il progetto “Studenti e coronavirus”
L’esperienza di Daniela Malini, docente e scrittrice, in collegamento quotidiano con i suoi studenti, costretti all’isolamento e raggiunti da notizie e numeri drammatici relativi alla tragedia della pandemia, nonché bombardati da messaggi mediatici spesso contraddittori. “Questo progetto è nato in modo del tutto spontaneo, “ spiega l’insegnante, “durante le primissime lezioni in videoconferenza con le mie classi. Mentre ci si ritrovava, con una certa emozione da parte di tutti, dopo un periodo di sola comunicazione attraverso il registro elettronico e le email con cui i ragazzi mi inviavano i lavori svolti, gli studenti mi hanno proposto di raccontare le loro giornate di clausura e ansia. Tra un discorso e l’altro, qualcuno ha iniziato a mostrare a me e ai compagni un disegno, un fumetto, una scritta, un autoritratto. Ho notato che c’erano in tutti questi lavori elementi comuni, il senso di spaesamento dei ragazzi: occhi enormi persi nel vuoto, sguardi come ipnotizzati rivolti verso uno schermo, letti della cameretta che si trasformano in stanze disadorne di ospedale, oggetti che assumono un nuovo significato simbolico (l’Amuchina), eroi che indossano la mascherina… La proposta di esprimere il proprio vissuto e di condividerlo con gli altri ragazzi è stata subito accolta da alcuni studenti. Ho poi pensato che fosse importante far conoscere anche all’esterno quello che provano gli adolescenti, che per la prima volta nella loro vita si ritrovano in una situazione nuova ed estremamente pesante sul piano psicologico. Spesso con un certo carico di lavoro scolastico da svolgere tutti i giorni, on line. Il progetto “Studenti e coronavirus” presenta alcune opere realizzate dagli studenti e le idee che le hanno ispirate. E a proposito di idee, un ringraziamento speciale a Federica.