di Steed Gamero
Il Perù, come altre altre nazioni dell’America Latina, vive una crisi umanitaria che è diventata sempre più drammatica per i gruppi sociali più vulnerabili. È stato molto difficile sopravvivere durante la quarantena, perché in una società che ha visto le famiglie chiudersi nelle loro case, molta gente ha perso il lavoro e chi viveva già in estrema povertà ha continuato come prima a campare giorno dopo giorno, augurandosi che la situazione sanitaria potesse migliorare al più presto. Negli ultimi mesi per le più umili famiglie peruviane non è stato sufficiente l’aiuto da parte delle autorità tramite un bonus economico o in altri casi cesti pieni di alimenti. Servivano risorse maggiori per consentire la propria sopravvivenza e quella dei propri cari e la popolazione meno abbiente ha sofferto notevoli difficoltà per resistere alla quarantena, che è ancora in corso e che è iniziata da più di ottanta giorni. Recentemente, tuttavia, il lockdown è diventato più flessibile rispetto alla prima fase, con un coprifuoco meno severo e la possibilità di fare attività motoria. Nonostante questo i media del Perù ultimamente parlano di una popolazione che non affronta solo una crisi sanitaria, ma anche una crisi economica galoppante. Nelle drammatiche settimane di quarantena il Perù ha assistito a numerosi episodi di solidarietà. Storie umane che commuovono l’opinione pubblica e hanno avuto luogo proprio nei giorni in cui il Covid-19 si è abbattuto come un uragano di paura e morte sul Perù e su tutta l’America latina. Una di queste vicende è quella conosciuta nelle nazioni latinoamericane come olla común (pentola in comune). Un sostegno organizzato dagli stessi residenti che vivono nelle diverse zone in difficoltà economica. L’iniziativa solidale vede donne e uomini allestire, all’esterno delle case, cucine improvvisate con enormi pentole sul fuoco. Sono vere e proprie mense dei poveri, che sfamano centinaia di persone grazie al volontariato spontaneo di chi cucina gratuitamente per tutto il vicinato. Dietro a questi gesti di solidarietà, ci sono soprattutto donne abituate alla gestione domestica, che grazie a una colletta giornaliera per acquistare le materie prime, cucinano un gran numero di pasti che sono poi distribuiti ai cittadini indigenti, i quali formano lunghe code, tenendo fra le mani piatti o altri recipienti.
Sono innumerevoli le vicende che hanno come protagoniste le donne del Perù e delle altre nazioni del Sudamerica, che preparano ogni giorno, instancabilmente, pranzi e cene. Donne che vogliono essere di sostegno a chi non ha mezzi di sopravvivenza, nonostante vivano loro stesse in povertà. Nell’ultimo mese, come conseguenza della durissima quarantena, le pentole in comune sono apparse non soltanto a Lima e in altre capitali, ma in ogni angolo del Perù, della Bolivia, del Cile, dell’Ecuador, paesi in cui la stampa dà spazio al prezioso effetto di queste iniziative umanitarie. Appaiono sia nei luoghi dominati dalla più estrema povertà che in quelli dove cresce il numero dei nuovi poveri: gente che si è trovata all’improvviso senza lavoro, piena di debiti e con i frigoriferi vuoti.
Le pentole in comune sono aumentate via via nelle nazioni con molte famiglie vulnerabili e scarse risorse economiche. È confortante notare come, di fronte all’emergenza, non manchino mai le persone capaci di compiere gesti di generosità, che nonostante la crisi in corso, riescono a organizzare e gestire mense che sono vitali per i poveri, avvalendosi soltanto delle proprie forze e dei pochi mezzi a disposizione. Una caratteristica che accomuna le persone che hanno iniziato a mettere a disposizione della cittadinanza le pentole in comune è l’instancabile volontà di aiutare gli altri. Più volte le cuoche intervistate hanno dichiarato con tristezza di non avere abbastanza alimenti per tutti, di non essere sempre in grado di fare in modo che coloro che formano le lunghe code, possano tornare nelle loro abitazioni con qualcosa da mangiare. Le donne hanno sottolineato l’importanza di raccogliere più denaro possibile ogni giorno prima dell’ora di pranzo e di quella di cena, perché solo risorse economiche adeguate possono consentire di fare una spesa più consistente e preparare così portate più abbondanti, sufficienti per tutti quanti.
È sorprendente come ogni settimana continuino a spuntare nuove ollas comúnes. Sono tante e diverse le storie di chi aspetta in piedi davanti a queste pentole della speranza dove, grazie all’impegno delle cuoche, nonostante la complessa situazione attuale, molte famiglie con tanti bambini e anziani, possono nutrirsi e resistere un altro giorno.