di Roberto Malini
In Piazza San Pietro si erge, per volontà del Papa, un monumento in bronzo opera dell’artista canadese Timothy Schmalz, che rappresenta, all’interno di un barcone, numerosi migranti di diverse etnie ed epoche, uniti dalla disperazione e dalla ricerca di un luogo dove rifugiarsi. L’opera è una denuncia e una preghiera; rivela che i migranti sono nostri fratelli, esseri umani come noi che cercano di sopravvivere. E rivela che fra di noi vi è chi tradisce la verità e li definisce “clandestini”, “invasori” o con ancora più disprezzo. Quanto odio, quanta malvagità, quanta perversa intolleranza in tali bugie, paraventi di ipocrisia e indifferenza dietro cui centinaia di profughi, quasi sempre ragazzi giovanissimi, muoiono ogni anno, senza che nessuno li definisca “angeli”, come invece si fa spesso di fronte a tragedie fatali.