di Roberto Malini e Michela Scomazzon Galdi
A Pesaro si è acceso un dibattito animato sull’opera “Arim”, un’installazione in pietra e acciaio Corten del maestro Agàpito Miniucchi, nato nato a Rocca Sinibalda (RI) il 26 settembre 1923 e noto in tutto il mondo per le sue opere d’arte concettuale, potenti metafore del vivere in un mondo e in una società su cui incombono sempre pericoli e insidie naturali o causate dall’uomo. La discussione, che si sviluppa in toni forti attraverso i gruppi Facebook locali, è nata in seguito al mio articolo “Arim” di Agàpito Miniucchi, a Pesaro un capolavoro sottovalutato dell’arte concettuale, apparso su alcune riviste online. Quando l’arte è potente (e l’opera del maestro Miniucchi lo è sempre) suscita reazioni altrettanto potenti: il rifiuto, il disprezzo; l’ispirazione, l’amore. Mai indifferenza. “Arim” è davvero l’Excalibur di Pesaro. Chi la comprende, ha estratto la lama dell’intuizione e, a suo modo, è re. Chi ci prova senza ricevere alcuna risposta, potrà ritentare. Chi non ci prova, sceglie semplicemente altre “tavole” a cui sedere, come è suo diritto. Ho chiesto al vicesindaco e Assessore alla Bellezza di Pesaro Daniele Vimini se sia possibile collocare la scultura in una posizione più centrale, all’interno dei giardini di via Colombo e di recintarla, risolvendo così le preoccupazioni di alcuni cittadini di Pesaro che la ritengono una potenziale insidia per i bambini che si rincorressero intorno al monumento. Ho ricevuto una risposta rincuorante e il Comune è già al lavoro per ricollocarlo opportunamente. Mi ha fatto molto piacere il commento della mia cara amica Michela Scomazzon Galdi, giornalista e promotrice culturale:
“Caro Roberto, il tuo cuore, occhi e mente d’artista hanno descritto in modo egregio nell’articolo il significato dell’opera del Maestro. Le proteste che racconti da parte dei cittadini mi hanno fatto molto riflettere. Spesso noi italiani (ma noi esseri umani in generale) quando non capiamo preferiamo denigrare, rifiutare, sminuire, allontanare. Ho trovato prezioso il tuo suggerimento di “spiegare” (in alcuni casi) con una descrizione le opere di arte contemporanea. Perché purtroppo non tutti (in pochi) in Italia siamo stati educati al bello, all’arte. E invece di incuriosirci, cercare di capire, ci spaventiamo e, quindi, protestiamo. Come è brutto che gli esseri umani (almeno quelli occidentali che in linea di massima non devono pensare alla mera sopravvivenza), non abbiano occhi e cuore per l’arte, non vi siano stati educati. Ed in questo, una parte di responsabilità ce l’ha la Scuola. Mi fa ben sperare che una città meravigliosa come Pesaro – nella quale hai scelto di vivere – abbia istituito un Assessorato alla Bellezza. Perché non ti fai promotore con il tuo Gruppo (conta nel mio piccolo sul mio aiuto) per proporne l’istituzione, magari anche attraverso l’Anci, a tutti i Comuni Italiani? Ti abbraccio. Michela”.
Un’idea interessante a cui vorrei proprio dare seguito, lavorando insieme a Michela affinché, grazie alla nascita di tanti Assessorati alla Bellezza quanti sono i comuni italiani, vi sia una maggior cura del patrimonio artistico locale, sia antico che moderno, e siano realizzati programmi – utili e fruibili a tutti – di educazione all’arte.
Nelle foto, l’opera “Arim” di Agàpito Miniucchi e una mia litografia digitale – che “concettualizza il concettuale” – in omaggio al lavoro del maestro