di Roberto Malini
Il ritratto è forse il genere pittorico che più ci affascina. Basti pensare a quelli dipinti dal Pisanello o da Piero della Francesca, Antonello da Messina, Leonardo, Raffaello. Forse il ritrattista più dotato di ogni epoca – a esclusione dell’antichità classica, di cui conosciamo poco, nel campo della ritrattistica – fu tuttavia il fiammingo Jan Van Eyck, un genio che non si finisce mai di ammirare, inventore, fra l’altro, della particolare tecnica di pittura a olio che nel XV secolo iniziò ad affiancare quella a tempera. Un’opera di ritrattistica che sbalordisce per la sua ricchezza di particolari e per il suo realismo è il capolavoro di un (probabile) allievo di Van Eyck, il portoghese Nuño Gonçalves. È il Polittico di San Vincenzo, dipinto per la Cattedrale di Lisbona. Sei formidabili pannelli che descrivono le tipologie umane della società del Portogallo nel XV secolo: il popolo, la nobiltà e il clero. Si tratta di un lavoro da osservare nei minimi dettagli, da percorrere e ripercorrere passando da un volto all’altro, da un abito all’altro. Un viaggio nel tempo attraverso l’arte sublime di un maestro di talento purissimo. Meraviglioso, no? E pensare che i pannelli in origine non erano solo sei, ma ben dodici…!