Le finestre, nella poesia di Kavafis, costituiscono un’allegoria dello spazio vitale, del sogno, della speranza. L’essere umano, che non può vivere al buio, passa la vita a cercare questi varchi aperti sul mondo esterno e sulla propria interiorità, nonostante il timore di esporre il proprio animo alla luce tagliente della vita, con la sua cruda verità, con il suo iridescente, speventoso mistero.
Le finestre
di Konstantinos Kavafis (trad. Roberto Malini)
Per le camere buie dove vivo
giorni opprimenti, vado avanti e indietro
in cerca di finestre: se ne aprisse
una e si allevierebbe la mia pena!
Ma non trovo finestre o non ne sono
capace. Forse è meglio non trovarne.
Forse la luce è un’altra tirannia.
Chissà che novità può rivelarci?
[1897, 1903]
***
Τα παράθυρα
Σ’ αυτές τες σκοτεινές κάμαρες, που περνώ
μέρες βαρυές, επάνω κάτω τριγυρνώ
για νά βρω τα παράθυρα. – Όταν ανοίξει
ένα παράθυρο θάναι παρηγορία. –
Μα τα παράθυρα δεν βρίσκονται, ή δεν μπορώ
να τά βρω. Και καλλίτερα ίσως να μην τα βρω.
Ίσως το φως θάναι μια νέα τυραννία.
Ποιός ξέρει τι καινούργια πράγματα θα δείξει.
[1897, 1903]
Dipinto di Edward Hopper, “Finestre di notte”