La scuola cambia, in questo annus horribilis, che ha accentuato le ansie e i timori dell’intera umanità, facendo letteralmente di ogni persona un’isola, separata dalle altre, frustrata nel suo atavico bisogno di socialità. Gli studenti del Liceo delle Scienze Umane Piero Gobetti di Genova, coordinati dalla docente e scrittrice Daniela Malini, stanno vivendo una nuova esperienza educativa e culturale: “L’arte risponde”. “Siamo partiti dall’osservazione di alcune famose opere d’arte,” spiega Daniela Malini”. “I ragazzi si esprimono attraverso una riflessione, un monologo, un commento. Possono descrivere anche il particolare dell’opera scelta, far parlare un fiore. I sentimenti prodotti dalla pandemia che ci circonda e la situazione di isolamento emergono da soli, perché sono ben presenti nella coscienza dei ragazzi. E l’arte, interrogata da ciascuno di loro, come un test proiettivo dai contenuti universali, offre risposte da luoghi che sono quasi sempre meno ansiogeni della nostra attualità”.
Alia sulla conchiglia
di Sara Pensiero, 14 anni
Opera scelta: La nascita di Venere di Sandro Botticelli
Vi sentite mai protagonisti di un quadro? Forse tutti, almeno una volta nella vita, anche lei…
E’ una ragazza di nome Alia, semplice, ma immersa ogni giorno nei suoi pensieri, che la tormentano a tal punto da farle provare strane sensazioni, finte costruzioni mentali, idee insolite.
Frequentava una scuola che le piaceva molto, ma ogni mattina si svegliava, usciva di casa per recarsi a scuola e sentiva regolarmente la mancanza di qualcosa; così guardava nelle tasche, nello zaino… ma niente, non le mancava proprio nulla, eppure aveva questo dubbio, un dubbio che la faceva sentire priva di qualcosa. In realtà dentro di sé provava un senso di vuoto che conosceva benissimo. Non aveva molti amici, amava chiacchierare e ridere con loro, passare ore e ore al parco; sembrava una ragazza molto felice e spensierata, ma non era così.
Abitava in un paesino a quindici minuti da una città, anch’essa di pochi abitanti, e accanto a casa sua vi erano vicoli e casette diroccate che ricordavano Matera e i suoi bianchi sassi, eppure non era una ragazza del Sud. Questa sua vita era monotona, “qualcosa doveva cambiare”, si ripeteva spesso.
Aveva un’amica del cuore, la persona con cui passava più tempo, una tra le più importanti. Ma sentiva che quando restava sola tutto cambiava, si immergeva in un altro mondo, proprio come in un quadro. Ricordate il quadro di Botticelli, quello della nascita di Venere? Ecco, proprio quello. La figura al centro è una ragazza dai capelli lunghissimi che posa su una conchiglia che la separa completamente dal resto; accanto ci sono varie figure e dei fiori che la circondano e intorno alla conchiglia c’è il mare mosso.
Il dipinto rappresenta molto bene Alia, una ragazza sola, ferma sempre nello stesso luogo, la sua stanza, in cui trova rifugio, isolata dal resto del mondo; intorno ha tante persone insignificanti, prese solo dalle chiacchiere: tanti giudizi, tante parole che volano via come i fiori nel quadro, parole che scorrono lontane come nel mare dipinto da Botticelli.
E lei, completamente diversa da tutte loro, è ferma a pensare.