di Roberto Malini
È morto il poeta polacco Adam Zagajewski e penso a quando, poco prima che la Seconda guerra mondiale cambiasse per sempre il nostro mondo, morì William Butler Yeats. Esiste un ponte fatto di parole e percezioni fra Zagajewski e Yeats. Come Yeats, Zagajewski invita i giovani poeti a non rinunciare al sogno né all’emozione individuale. E li invita a non essere esterni, ma molto vicini agli eventi che si svolgono intorno a loro. “Talvolta una poesia molto intensa può salvare la vita di una persona,” disse in un’intervista il maestro polacco, “convincere una donna o un uomo, un essere umano che attraversi una profonda crisi esistenziale, che la vita vale la pena di essere vissuta”. I due poeti non rappresentano solo le proprie voci, ma sono voci di qualcosa di esterno a loro. Qualcosa che è contemporaneamente umanità e poesia.
Disegno di R. Malini