di Roberto Malini
Le favole devono suscitare turbamento, perché sostituiscono i viaggi iniziatici che un tempo i fanciulli affrontavano, giunti all’adolescenza, attraverso boschi, montagne o lande desolate, per comprendere i mondi interiori ed esteriori al sé. Tali favole sono eredità dei miti antichi e contengono diversi strati tradizionali. Dovrebbe traumatizzarci, invece, la favola priva di elementi collegati alle nostre radici, priva di sottotesti mitici e in linea con le norme comportamentali del tempo in cui viviamo, così staccate dal mondo naturale delle nostre origini e dalla nostra storia. Se solo ci sforzassimo di comprendere che il bacio di un principe a una dormiente o di una principessa a un ranocchio sono metafore che appartengono al nostro subconscio e alla nostra cultura, dove i confini fra principi, principesse e ranocchi sono infinitamente sottili. E i baci non sono che momenti di risveglio.