Testo collettivo degli studenti di I C del Liceo delle Scienze Umane Piero Gobetti – Coordinamento di Daniela Malini
Come nel teatro greco antico, il coro rappresenta la voce complessiva che interpreta gli eventi sulla scena insieme agli attori. Questo testo collettivo nasce da un’esperienza pedagogica e culturale in cui gli studenti della I C del Liceo delle Scienze Umane Piero Gobetti di Genova, coordinati dalla docente e scrittrice Daniela Malini, esprimono in gruppo le emozioni provate lungo questo periodo di pandemia. Ogni studente ha scritto un testo personale sulla dura esperienza vissuta, senza timore di esternare i propri disagi e le proprie ansie. Dopo aver condiviso con i compagni le loro riflessioni, gli studenti hanno creato una scrittura di gruppo, scegliendo e radunando le espressioni più toccanti di ogni compagno. Sono poi stati inseriti dei cori senza alcuna funzione di coscienza collettiva, ma con quella di unire in sintesi condivise i contenuti espressi da ciascuno degli studenti. Il risultato è toccante e leggendo gli incisi, uno dopo l’altro, è naturale immaginarsi i giovani corèuti che camminano o danzano in uno spazio ristretto, seguendo regole di distanza e isolamento, esprimendo con brevità “social” le stesse preoccupazioni, il rimbalzare di notizie, i numeri collegati al macroevento che si dipana tragicamente sulla scena mondiale, intervenendo con le loro voci che echeggiano oltre la cavea, espandendosi idealmente negli stessi spazi conquistati dall’agente patogeno: «Ognuno di noi sembra il virus».
Coro di giovani nella pandemia
«Ognuno di noi sembra il virus».
«Siamo tutti pedine su una scacchiera, sono poche le mosse corrette e un passo falso chiuderebbe la partita. Forse è meglio stare fermi»
Avevo il desiderio di uscire di casa ma non potevo
«Ci hai privato di tutto, ci hai privato della nostra comunissima libertà, ci hai privato di ogni tipo di relazione, ci hai privato dell’istruzione e dei nostri svaghi. Piano piano ti stai indebolendo, spero che tu lo faccia fino a scomparire, così potrò riprendermi tutto quello che mi hai confiscato»
Ognuno di noi sembra il virus
Forse è meglio stare fermi
«Questa situazione è una grandissima opportunità per coloro che non si lasciano abbattere dalla solitudine di questi giorni. Con tutto questo tempo a disposizione si può riflettere a lungo sulla situazione attuale, su come eravamo prima e su come saremo quando tutto tornerà normale»
«Ci sono ansie e stress continui provocati anche dal fatto di essere rinchiusi, come se la nostra libertà non esistesse»
Piano piano ti stai indebolendo
Ci hai privato di tutto, ci hai privato della nostra comunissima libertà
«Ormai è un peso anche alzarsi dal letto sapendo che sarà la solita giornata uguale a tutte le altre da un anno circa»
«Come ero felice. Come sembravo felice. Possibile che io lo sia stata davvero? Non mi ricordo. Non mi interessa. Piango. Mangio. Mi ingozzo. Mi sento piena, ma non è il tipo di pienezza che cercavo. Voglio volare via. Voglio vomitare. Voglio che tutto questo finisca. La mia domanda ora è: se davvero tutto questo finisse starei bene? Ho paura di darmi una risposta, meglio vivere con questo poco di speranza»
Siamo tutti pedine su una scacchiera
Ormai è un peso anche alzarsi dal letto
«Avevo il desiderio di uscire di casa e non potevo, mi sentivo piccolo in confronto al mondo»
Ci sono ansie e stress continui
Voglio volare via
«Lasciamo spazio a chi perde il lavoro di una vita o un parente caro, stiamogli vicini nel dolore che ci accomuna, ma ricordiamoci che ognuno di noi a suo modo è vittima della pandemia e non facciamo pensare a nessuno, nemmeno per un secondo, che non sia in diritto di esternare questo peso che ci si porta dentro»
Ognuno di noi sembra il virus
Se davvero tutto questo finisse, starei bene?
«Tutto questo mi ha aiutato a riflettere e ad apprezzare le piccole cose quotidiane scontate che prima erano la normalità»
Voglio che tutto questo finisca
Voglio volare via
«Personalmente, oltre ad aver riscoperto la passione per l’arte e per la lettura, ho avuto molto tempo per riflettere su me stessa e sulle cose che mi possono soddisfare»
Non facciamo pensare a nessuno, nemmeno per un secondo, che non sia in diritto di esternare questo peso che ci si porta dentro
«Il Covid ci ha tolto tanto, ma ci ha insegnato a non sottovalutare la vita di tutti i giorni, per quanto possa essere banale e scontata. Questo virus ci ha insegnato a non dare mai nulla per scontato»
Disegno di R. Malini