di Roberto Malini
Pesaro, 3 agosto 2020. L’artista di origine congolese René Bokoul ha iniziato un nuovo progetto d’arte e civiltà in Francia, a Limoges, nel dipartimento dell’Alta Vienne, regione della Nuova Aquitania. La sua nuova galleria si trova in rue Gondinet, n° 10, in pieno centro, dietro a Les Halles Centrales, storico mercato al coperto della città, risalente a fine Ottocento. La galleria è già un punto di riferimento per l’arte e la cultura della città. “Un’associazione di nome Bandeau Rouge ha messo a mia disposizione un luogo centrale in cui esporre le mie opere,” mi ha spiegato l’artista, che l’anno scorso ha ricevuto un encomio da parte del Consiglio d’Europa per il suo lavoro di promozione e innovazione nel campo delle belle arti. Critici e collezionisti definiscono a volte la pittura e la scultura di Bokoul come “arte africana”, ma l’artista preferisce riferirsi al suo lavoro come a una ricerca che non ha più frontiere, ma si svolge al servizio dell’umanità e delle sue tradizioni universali. “L’Africa è la culla della civiltà,” mi ha detto, “la sorgente della vita, della conoscenza e della creatività che hanno poi nutrito i popoli di tutto il pianeta. Si tratta di un percorso che non può essere rinchiuso entro barriere culturali, ma riguarda la nostra evoluzione comune, il nostro progresso, l’espressione dei nostri sentimenti che aspirano alla pace e all’armonia fra esseri umani e ambiente”. Universo, natura e umanità sono sempre presenti nelle opere dell’artista, che è un laboratorio in continua espansione, con radici ben salde, tuttavia, in quel “big bang” del pensiero avvenuto nella culla della nostra civiltà. Fare dell’arte uno strumento di crescita e di incontro fra popoli e gruppi sociali diversi è il sogno di René Bokoul, profugo dal Congo sconvolto dalla “Guerra mondiale africana”, che ha successivamente trovato in Francia, paese che ha riconosciuto il suo genio, una seconda patria in cui ricominciare.
Nelle foto, René Bokoul con alcune delle sue opere