di Roberto Malini
René Bokoul è uno dei migliori artisti del nostro tempo. René vede le cose in cinque, sei dimensioni e ogni giorno, vivendo, crea bellezza e stupore. Ho pubblicato la foto di un suo dipinto nel mio Facebook e un’amica ha commentato: “Un’opera stupenda. Ci vedo qualcosa di Klimt, ma incredibilmente trasformato”. Un’osservazione perfettamente adeguata al lavoro di Bokoul, che in alcune opere può effettivamente ricordare la pittura di Klimt. Tuttavia, per riconoscerne la matrice culturale, bisogna effettuare un ragionamento inverso rispetto a quello che si farebbe istintivamente qui in Europa. Klimt aveva una grande passione per l’arte africana (ne era anche collezionista), di cui ai suoi tempi era molto rappresentativa la scuola congolese di Poto-Poto, con le geometrie che creavano (e creano tuttora) immagini come mosaici. René è un discendente diretto della stessa Scuola di Poto-Poto, di cui era maestro riconosciuto in Congo, prima della fuga e della richiesta di asilo in Europa. Anche Picasso trarrà grande ispirazione dalla Scuola di Poto-Poto. René Bokoul, dunque, appartiene alla scuola d’arte che fu matrice per la grande arte moderna in Occidente. E di tale scuola è un grande innovatore.