di Dario Picciau
Dopo il poema non cantato Selva di luce, opera di formazione e mito che Roberto Malini ha scritto a due mani con Steed Gamero, è uscita in libreria la nuova raccolta di versi del poeta: Il principio di sovrapposizione. È un libro nelle cui pagine l’autore sente rappresentate in profondità le sue esperienze di osservatore del nostro tempo e difensore dei diritti umani. Una parte importante della poesia di Roberto Malini è incentrata sulla memoria. Memoria della Shoah, del Samudaripen, degli abusi che da secoli colpiscono gli esseri umani e i gruppi sociali più fragili. Memoria che, per essere raggiunta e compresa, richiede una paziente e difficile opera di scavo nel tempo della nostra storia; non a caso l’introduzione alla raccolta è stata scritta dal noto archeologo israeliano Michael Eisenberg, che è amico del poeta. Nel corso della sua vita l’autore ha incontrato decine di sopravvissuti all’Olocausto e altrettanti testimoni delle persecuzioni che avvengono nel nostro tempo. In primis la strage dei migranti, che si verifica dietro una cortina di indifferenza assai simile a quella che rendeva invisibili al mondo, negli anni più bui del secolo scorso, i martiri ebrei, rom e sinti, omosessuali, testimoni di Geova, disabili, dissidenti.
La raccolta Il principio di sovrapposizione, come spiega in versi (che sono resi in prosa qui di seguito) il poeta, è un libro «che parla di ricordi e memoria, di giorni ritagliati nella carta del tempo, di esseri umani messi alla prova dalla Storia. Alcuni versi sono espliciti e descrivono eventi che hanno turbato tutta l’umanità; altri riportano le emozioni che mi hanno trasmesso gli affetti della mia infanzia, come mia nonna Noemi (è lei che mi conforta nella poesia Crêpes) e altre persone che ho incontrato nel corso della vita: testimoni dell’Olocausto, giusti, perseguitati, profughi, poeti, artisti, scienziati. A volte sentimenti e immagini si sovrappongono, si alternano, appaiono e scompaiono lampeggiando, si mascherano come nei sogni e si trasformano. Il linguaggio della memoria non è univoco, usa una sintassi allegorica, si esprime attraverso figure impossibili, perde e ritrova il filo del discorso, cerca di esprimere l’inesprimibile».
La raccolta di poesie ha una copertina che a mio avviso non lascia indifferenti; sono le bombette di Stan Laurel e Oliver Hardy (Stanlio e Ollio), personaggi amatissimi dal poeta, che danno il titolo a una poesia della raccolta (Stanlio e Ollio a Berlino) e tornano nei versi con cui Malini si congeda dai suoi lettori (Sorriso). I cappelli, in sovrapposizione orizzontale, simboleggiano l’umanità, la creatività e l’empatia che sono necessarie per comprendere il presente e le stratificazioni da cui si è sviluppato. «Solo così», spiega il poeta, «si può essere contemporaneamente lucidi e innamorati del mondo, condizioni necessarie per accorgerci delle drammatiche storture che sono intorno a noi e a cui a volte possiamo, individualmente o insieme a chi ci è simile, porre rimedio, anche quando ci sembra un’impresa troppo ardua e temiamo che le nostre forze siano insufficienti per affrontarla».
Scheda dell’opera
Genere: Poesia
Titolo: Il principio di sovrapposizione
Autore: Roberto Malini
Prefazione: Michael Eisenberg
Pagine: 124
Editore: Lavinia Dickinson Edizioni (2021)
Nelle foto, la copertina della raccolta, Roberto Malini e Michael Eisenberg