di Roberto Malini
Ucraina. Da parte mia, del Lavinia Dickinson Project e dei miei amici difensori dei diritti umani, abbiamo cercato (e continuiamo a cercare) di intervenire, nei limiti delle nostre possibilità, presso istituzioni russe e ucraine, per portare un messaggio di pace, chiedendo che la diplomazia sia privilegiata rispetto a qualsiasi strategia di tensione. Nessuno, fra i nostri contatti, ha percepito una volontà reale di guerra intorno a sé, perché i popoli sono ormai consapevoli di come i conflitti producano solo distruzione, morte e precarietà. Tuttavia, ci sono tanti timori. Siamo lieti di aver confortato il grande artista ucraino Ivan Marchuk, che aveva smesso di dipingere a causa dell’angoscia in cui si trovavano lui e la sua famiglia: “Grazie Roberto, grazie cari amici: sono tornato al cavalletto e sto già lavorando a nuove opere”. Anche l’ambasciatore ucraino in Grecia ci ha scritto un messaggio di amicizia, fiducioso come noi in una soluzione pacifica delle tensioni al confine con la Russia. Yuriy della Chiesa Pentecostale Ucraina ci ringrazia del supporto e prosegue il suo prezioso lavoro per la pace e la serenità nel suo paese, mentre Kateryna Nikonorova della Chiesa Evangelica-Luterana di Kharkiv mi scrive: “Caro Roberto Malini, condividiamo il tuo impegno e apprezziamo la posizione che hai assunto durante questo difficile momento per l’Ucraina. Speriamo che la grazia di Dio conceda al nostro Paese di vivere in pace e che la giustizia prevalga”.