di Roberto Malini
Ricevo un riconoscimento letterario che mi è particolarmente gradito. È l’Attestazione di Eccellenza conferitami da tre istituzioni di primaria importanza per la cultura del nostro paese: il Centro Lunigianese di Studi Danteschi, il Dante Lunigiana Festival e il Premio Internazionale di Poesia per la Pace Universale ‘Frate Ilaro del Corvo’. L’Attestazione è un premio alla carriera che riconosce come la produzione di un poeta sia da considerarsi “rilevante nel panorama letterario italiano di inizio secolo XXI”. Anche questo riconoscimento si identifica con gli ideali del Centro Lunigianese di Studi Danteschi e rappresenta la conclusione di un percorso di letteratura e conoscenza che ha visto i migliori poeti impegnati per la pace universale esprimere, contemporaneamente al loro talento, il loro ruolo umanistico e umanitario all’interno della società.
Nella mia lunga esperienza di poeta, scrittore e artista, ho ricevuto tanti riconoscimenti. Mi sono tutti cari, perché non ho mai partecipato a un premio che non avesse caratteristiche affini alla mia ricerca e alle mie convinzioni. Ho tuttavia un particolare legame con i premi che mi sono stati riconosciuti da istituti che valutano la tendenza idealistica della letteratura e la sua influenza positiva sulla società. Non a caso, sulla mensola del caminetto di casa mia, un’abitazione che risale al XV secolo e si trova nell’antico ghetto ebraico di Pesaro, fanno particolare mostra di sé l’alloro poetico conferitomi dal governo della Sierra Leone per gli ideali di pace e rispetto dei diritti umani che si ritrovano nella mia produzione letteraria; il diploma di socio ad honorem assegnatomi dall’Associazione dei Poeti Maltesi al tempo in cui Charles Magro, uomo di grandi valori culturali e civili, ne era presidente; il tripode (splendido oggetto antico) che ho ricevuto dal Museo di Storia e Cultura Rom di Brno a riconoscimento del mio lavoro di poeta civile. Accanto a essi il Premio Rotondi – Salvatori dell’arte, il Premio Jacopo Durandi, consegnatomi dal testimone della Shoah e caro amico Thomas Gazit, il Premio Phralipé – Amico Rom 2013, il “Voice of Civilization Award” di Kampala (Uganda), firmato dall’incomparabile attivista per i diritti umani e compianto amico Patrick Leuben Mukajanga. Ce ne sono altri – riconoscimenti per la letteratura, l’arte o il cinema – e ognuno si collega a un ricordo felice.
Letteratura, arte e cinema sono colonne della cultura del nostro tempo, ma sono anche poderosi strumenti di cambiamento civile e sociale. Da parte mia, non ho mai creduto nello scollamento fra l’autore e la sua opera o, almeno, non ho mai sentito l’esigenza di realizzarlo. Se possediamo un talento artistico e possiamo avvalercene per portare pace, giustizia o almeno speranza intorno a noi, ecco trovata la nostra missione nella cultura odierna. Nella mia vita, grazie alla scrittura e al lavoro artistico, ho ottenuto più volte l’attenzione delle istituzioni e contribuito a salvare vite umane, a ottenere la modifica di leggi ingiuste, a evitare forme di repressione di diversa gravità. Ho ricevuto encomi da parte delle istituzioni del nostro paese, dell’Unione europea, delle Nazioni Unite. L’altra faccia della medaglia, quella “oscura”, sono state le aggressioni, le intimidazioni, le minacce ricevute da parte di individui e gruppi votati all’odio, all’intolleranza, al rifiuto delle norme che tutelano i diritti umani e quelli dell’ambiente. La censura. E le cause temerarie intentate nei confronti miei e di amici attivisti, che hanno condotto a lunghi processi, snervanti e dispendiosi, che fortunatamente si sono sempre conclusi con assoluzioni con formula piena. Questa, fino a oggi, è stata la mia “carriera” di scrittore e artista. In vista degli anni futuri, non riesco a immaginarne un’altra e quando parlo con giovani autori, li invito sempre a considerare la possibilità di essere protagonisti di civiltà, nelle loro esperienze, per dare alla loro ricerca, al loro lavoro obiettivi più importanti dell’autocompiacimento.
Oggi ringrazio il Centro Lunigianese di Studi Danteschi, il suo presidente Mirco Manuguerra e il suo gruppo di lavoro, che comprende alcune fra le più importanti personalità della cultura e della ricerca. Siano certi che mia opera poetica, opera che hanno scelto di premiare con il massimo riconoscimento, rappresenta il mio vissuto di essere umano e autore sempre alla ricerca dei valori che conducono alla pace, alla libertà, all’uguaglianza e alla comune prosperità. Valori e ideali che qui nel nostro mondo materiale, secondo me, possono essere contemplati nel momento in cui si preservano vite dalle tante forme di persecuzione che le colpiscono e si ricorda la verità come unica luce in grado di allontanare le tenebre dell’errore e dell’iniquità.