Questi due testi brevi, scritti da due compagne di classe del II anno del Liceo delle Scienze Umane Piero Gobetti in occasione del Concorso regionale promosso dal gruppo Agende Rosse contro la mafia e dedicato a Paolo Borsellino e a Giovanni Falcone, affrontano il tema del bullismo e del cyberbullismo e tentano di proporre delle soluzioni per arginare un fenomeno molto diffuso tra i ragazzi e le ragazze, anche all’interno delle scuole. La conoscenza e il contrasto di ogni forma di prevaricazione giovanile, in particolare riguardo ai fenomeni dell’intolleranza e della violenza dentro e fuori le mura scolastiche, sono importanti per arginare quella specie di “cultura mafiosa” che è alla base del bullismo e del cyberbullismo.
Un grido silenzioso
di Giulia Bonelli, II Liceo delle Scienze Umane Piero Gobetti di Genova
Il bullismo è un argomento con il quale tutti, prima o poi, ci siamo dovuti confrontare. Ci sono dei ragazzi insicuri che per combattere la propria sensazione di inadeguatezza la riflettono su un’altra persona, che diventa la loro vittima. Non c’è da sorprendersi se il bullismo si manifesta in azioni continue e ripetute, perché il dolore non passa in qualche ora e nemmeno nel giro di qualche giorno e nel momento in cui il bullo cede alle sue debolezze, cade in errore e sfoga la sua frustrazione sulla vittima designata. Il bullo prova piacere alla visione di una sofferenza che, per una volta, non colpisce lui; perché, secondo il bullo, lui non deve essere l’unico a meritarsi la tristezza, la rabbia, le lacrime: c’è qualcun altro che deve soffrire insieme a lui. Chi bullizza non è capace di chiedere aiuto e di mostrarsi debole agli occhi del mondo: per lui è più facile tentare di cancellare tutti i propri problemi accanendosi sulla vittima, provocando in chi è preso di mira un grido, spesso silenzioso, che diventa l’eco di tutte le parole che non hanno mai trovato la forza di uscire, parole che nella penombra sono diventate frecce, dalla punta affilatissima, pronte a colpire il prossimo bersaglio.
Piaga social e sociale
di Giorgia Castellano, II Liceo delle Scienze Umane Piero Gobetti di Genova
Google dice che «possiamo parlare di bullismo quando siamo di fronte ad una relazione di abuso di potere in cui avvengono dei comportamenti di prepotenza in modo ripetuto e continuato nel tempo, tra ragazzi non di pari forza, dove chi subisce non è in grado di difendersi da solo». Fortunatamente al giorno d’oggi questo fenomeno è meno presente, per esempio, nelle scuole, forse perché gli insegnanti sono molto più attenti alle dinamiche delle classi e degli alunni, mentre è dilagante il cyberbullismo che è un insieme di azioni aggressive e intenzionali, di una singola persona o di un gruppo, realizzate mediante strumenti elettronici (sms, mms, foto, video, email, chat rooms, istant messaging, siti web, telefonate). Poiché il cyberbullismo si attua tramite tutti i canali social, diventa più difficile controllarlo e spesso la vittima è davvero sola di fronte a questa violenza che dilaga alla velocità di un clic su una qualsiasi tastiera, e pertanto spetta a tutti fare molta attenzione per non essere vittime, ma neanche carnefici. A mio parere ogni volta che si ci trova di fronte a un atto di cyberbullismo/bullismo, sia che ne siamo coinvolti direttamente o ne veniamo a conoscenza, bisogna che ci facciamo forza e lo denunciamo, solo così, prima o poi, si riuscirà a debellare questa piaga social e sociale.
Nella foto, Edvard Munch, Ragazza presso la finestra (1893) e Malinconia (1894)