Cosa inconsueta, cosa inconsueta,
perché brucia la fiamma del mondo,
perché la mezzanotte ci spaventa
ed esiste chi abbia una vita felice?
Ol’ga Aleksandrovna Sedakova
Leggo e sento lodi sconfinate per scrittori e poeti di stato russi, come, per esempio, Robert Rozhdestvenskij. Lo capisco, se chi le esprime guarda solo all’aspetto tecnico e formale dei versi, ma sono convinto che la poesia, quando privata della libertà di espressione, ridotta al canto di un canarino in gabbia – e Rozhdestvenskij fu addirittura bacchettato pubblicamente e persuaso da Kruscev a scrivere in modo “più consono al gusto russo” – non sia una ricchezza, per un popolo, ma qualcosa di intristito e appassito. Il mio, lo ribadisco sempre, quando entro in questo genere di conversazioni, è un parere personale. E personalmente sono convinto, tuttavia, che la poesia russa conti voci straordinarie come quella di Ol’ga Sedakova.
Nella foto, Olga Sedakova