Un libro breve e infinito. Lo si può leggere e rileggere tante volte, senza averlo mai afferrato completamente, riscoprendo ogni volta significati, suoni e profondità. Come avviene per la bella musica. Si può anche tenerlo fra le mani senza aprirlo ed è già poesia. Ecco cosa penso della raccolta di versi “A quelli che non sanno che esiste il vortice” di Antonella Rizzo, che ho avuto il piacere di pubblicare per Lavinia Dickinson Edizioni, in un catalogo esiguo che rappresenta un’eredità di poesia.
Invoco il vuoto, il danno ai ricordi
lo stimma dei vecchi e il loro silenzio.
La memoria che usura, ammala, che sfianca
riduce i limiti e dunque col tempo
racconta la morte degli eroi, amatissimi figli
fertile e rustica come gramigna.
Voglio le sacche svuotate dai mali.
Dipinto digitale di R. Malini