di Roberto Malini
“La Sfera della Vita”, voluminosa installazione composta da milioni di led luminosi sarà il simbolo di Pesaro Capitale della Cultura 2024. Il titolo conferito alla città è stato celebrato pubblicamente il 20 gennaio scorso nella Vitrifrigo Arena, con una cerimonia a cui è intervenuto anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha ricordato a tutti come la cultura esiga “il rispetto delle opzioni di ogni cittadino”. Grazie al riconoscimento, vi è molta attenzione sulle iniziative connesse alla città e al suo territorio, ivi compresi i beni paesaggistici, storici e naturalistici, che costituiscono il tessuto stesso della cultura di un luogo. In quest’ottica di civiltà, Pesaro, Urbino e il loro straordinario territorio saranno candidati al titolo di Capitali della Cultura Europea 2033.
Pesaro Capitale della Cultura 2024 sottolinea, attraverso le sue istituzioni, l’importanza della tutela del paesaggio dalle minacce cui è sottoposto. Non a caso il Ginko Biloba, albero che fu resiliente alla bomba di Hiroshima, è uno dei simboli scelti per l’evento. Ed ecco che il pensiero corre a Riceci, splendida valle dalle caratteristiche ambientali tanto delicate quanto ricche e uniche. Riceci di Petriano, paesaggio caro a Giovanni Santi, Piero della Francesca e Raffaello. Luogo intoccabile eppure luogo in cui qualcuno vorrebbe realizzare il più invasivo, tossico e distruttivo dei business: la maxi discarica cui i quotidiani hanno dedicato ormai centinaia di articoli. Riceci che ora ci unisce e ora ci divide, ora ci fa sperare, ora ci fa tremare. Attualmente il clima, nell’ameno, piccolo sito che è ancora a rischio di installazione della maxi discarica, somiglia a quello che permea i romanzi distopici di Philip K. Dick, con l’inquietante presenza sul posto di “man in black” assoldati per fare la guardia al “cantiere” e interagire con i cittadini, creando angoscia e incredulità.
In attesa di vedere la “Sfera della vita” installata in piazza del Popolo a Pesaro, prende corpo un altro evento di forte valenza simbolica, che sottolinea quanto sia importante che la Capitale difenda la sua piccola valle in pericolo. Grazie a un’iniziativa dei cittadini di Riceci, Gallo e Petriano, sempre vigili da quando si è profilata la spada di Damocle della discarica, nasce un nuovo simbolo della lotta nonviolenta per salvare Riceci. Isabella, Tiziano e tanti altri cittadini mi hanno chiesto di realizzare in grandi dimensioni la mia opera in IA e pittura digitale “La Sfera di Riceci”, che sottolinea come la splendida località urbinate faccia parte di quella “cultura” di cui Pesaro e il suo territorio sono ora capitale. Grazie all’impegno di quei cittadini l’opera è stata così serigrafata (da Seriline Urbino) e nei prossimi giorni sarà stampata su un pannello in forex di due metri per un metro e trentacinque. Fissata a tubi innocenti (chiamati così dal nome del loro inventore, Ferdinando Innocenti, che li ideò affinché avessero la massima stabilità in ambiente esterno), “La Sfera di Riceci” campeggerà dunque fra qualche giorno, visibile a tutti, in località Gallo di Petriano, per affermare, anche attraverso lo strumento dell’arte, come i cittadini siano uniti contro il progetto della discarica e come i territori della “Capitale della Cultura” debbano essere protetti a cura delle istituzioni che operano su di essi, in rappresentanza della volontà popolare.
La “Sfera della vita” di piazza del popolo, a Pesaro, con i suoi 4 metri di diametro e l’esperienza multisensoriale offerta al pubblico per valorizzare il territorio, trova dunque il suo completamento, il suo “doppio morale”, nella “Sfera di Riceci”, che simboleggia l’incrollabile volontà dei cittadini del posto e di tutti coloro che si riconoscono nel motto ‘Siamo tutti Riceci’ , i quali e non allenteranno mai la difesa del sito, e si opporranno sempre con l’attivismo, il diritto, la buona politica nonché la cultura e l’arte al mostruoso progetto della maxi discarica o di qualsiasi altro impianto che possa deturparne l’ambiente e costituire un rischio per la salute pubblica.
Nella foto, da sinistra, Roberto Malini, Isabella e Tiziano; l’opera “La Sfera di Riceci”, cm 135×200