In occasione della mostra “Arter/Arter – ah beh, sì beh…”, che dopo il successo e l’interesse riscosso all’Art City di Bologna viene replicata a Vittorio Veneto (TV) dal 27 aprile al 12 maggio, presso la Rotonda di Villa Papadopoli a Ceneda, Roberto Malini presenterà un omaggio a una gloria trevigiana: la poetessa Gaia da Camino. Malini esporrà a Vittorio Veneto alcune opere della serie “L’artificio intelligente”, che rivisitano il Rinascimento attraverso l’Arte generativa e la pittura digitale. La poetessa che visse fra la fine del XIII secolo e l’inizio del XIV è, nell’immaginario evocativo dell’artista, un simbolo della resilienza femminile attraverso i secoli.
Gaia da Camino (prima del 1270 – dopo il 14 agosto 1311) fu una poetessa italiana, fra i primi autori di liriche in lingua volgare, appartenente all’illustre famiglia dei Caminesi. Figlia di Gherardo III, trascorse la giovinezza durante il periodo di gloria della casata, coinvolta attivamente nella vivace realtà culturale di Treviso. Nel 1291 sposò Tolberto III da Camino, nozze che ricongiunsero i due rami dalla famiglia, consolidando ulteriormente il suo patrimonio grazie a eredità e acquisizioni di proprietà. Gaia fu lodata per le sue capacità poetiche, ma la sua vita fu oggetto di controversie tra gli storici: alcuni la descrissero come una donna dissoluta, mentre altri la celebrarono come un esempio di virtù. La sua fama crebbe dopo essere stata menzionata da Dante nel Purgatorio.
Il suo testamento, redatto nel 1311 poco prima della sua morte, è l’ultima testimonianza scritta di Gaia, che fu sepolta a Treviso accanto alla figlia Chiara. La disputa storica riguardo alla sua reputazione potrebbe derivare da un equivoco con un’altra donna di nome Gaia, ipotesi che ha portato alcuni studiosi a rivalutare la figura di Gaia da Camino nel corso dei secoli. Gaia da Camino emerge dalla Storia come una figura affascinante e coraggiosa, soprattutto considerando il contesto storico in cui visse, caratterizzato da limitazioni e difficoltà per le donne. Il suo impegno culturale e poetico, unito alla sua capacità di gestire il proprio patrimonio e alla sua presenza nel panorama sociale dell’epoca, la rendono un esempio di determinazione e resilienza.
Nella foto, “Ritratto ideale di Gaia da Camino” di Roberto Malini