di Roberto Malini
Nel cuore del suggestivo centro storico di Pesaro, una gemma del XVII secolo cattura lo sguardo degli amanti dell’arte e dell’architettura: la Chiesa di Sant’Ubaldo. Dopo gli interventi ricevuti nei due secoli successivi, la chiesa ha acquisito un aspetto neoclassico che richiama altri edifici della città. Si tratta di un bene culturale fondamentale per comprendere le vicissitudini storiche di Pesaro, ma che necessita di un accurato restauro architettonico, seguito da una valorizzazione a beneficio della cittadinanza, degli studiosi e dei visitatori.
Attualmente l’edificio è coperto da impalcature e alcune associazioni che difendono i beni culturali hanno chiesto alla Soprintendenza di vigilare su qualsiasi intervento; contemporaneamente, hanno invitato l’amministrazione comunale a impegnarsi per richiedere i fondi europei riservati al recupero di beni culturali di prima importanza.
La facciata della chiesa, un esempio pregevole dello stile neoclassico, si distingue per la sua maestosità, che contrasta con il cemento e il vetro del complesso in largo Mamiani, mantenendo un po’ dell’anima antica che svanisce a poco a poco dalla tessitura urbana di Pesaro. Finanziati nel 1853 dal conte Mamiani, i lavori sulla facciata hanno conferito al tempio una presenza imponente, mantenendo intatto il prospetto originale su via Della Rovere.
La sua fondazione risale al periodo compreso tra il 1610 e il 1618, quando il Consiglio della Comunità decise di erigerla per compiere il voto fatto nel 1601, nell’auspicio che nascesse l’erede maschio di Francesco Maria II Della Rovere, regale consorte di Livia Della Rovere. Il lieto evento, la nascita di Federico Ubaldo il 16 maggio 1605, coincise con la festività di Sant’Ubaldo, da cui la chiesa trasse il nome.
A pianta ottagonale, l’edificio si caratterizza per la presenza di un’alta e preziosa cupola ricoperta in bronzo, restaurata nel 1964, e di una lanterna appoggiata su otto pilastri in muratura, ricostruita nel 1965.
L’interno della chiesa è stato oggetto di restauro tra il 1926 e il 1931 ad opera dell’architetto Mario Urbani. Trasformata in cappella votiva per i caduti pesaresi di tutte le guerre, l’ambiente accoglieva un crocefisso in legno dell’artista bassanese Agostino Vannini, ora conservato nei depositi dei Musei Civici.
La Chiesa di Sant’Ubaldo custodisce anche la tomba voluta da Francesco Maria II per i suoi genitori, Guidubaldo II Della Rovere e Vittoria Farnese, testimoniando così l’importanza storica e di questo pregiato edificio nel cuore di Pesaro.
In un connubio di arte, storia e devozione, la Chiesa di Sant’Ubaldo si erge come una testimonianza tangibile del ricco patrimonio artistico e culturale della città – un patrimonio che merita di essere valorizzato più di quanto non si faccia attualmente -, invitando i visitatori ad apprezzare le sue linee capaci di esprimere ancora oggi eleganza, solennità e bellezza.