Trani, 18 luglio 2024 – “L’angoscia del ghetto, l’orrore di Auschwitz, la crudeltà delle marce della morte avevano, nel mio animo e nella mia mente, un colore rosso,” confidò nel 2006 il pittore ebreo israeliano Jacob Vassover (1926–2008), sopravvissuto alla Shoah, al suo amico poeta Roberto Malini. “Dopo tanti anni, certe notti mi sveglio ancora con il respiro mozzato e tutto quel rosso in fondo agli occhi: un rosso che non smette mai di tornare, di tormentarmi. In quelle notti mi alzo dal letto e vado a dipingere. Prendo una tela e la riempio a poco a poco con pennellate rosse. Oppure dipingo le zone rosse di un quadro di cui rimando il completamento al giorno dopo, passata la notte rossa.”
Questa potente testimonianza ha ispirato il titolo della mostra di pittura ebraica, “La notte dipingevo quadri rossi”, che sarà inaugurata il 18 luglio presso l’ex Sinagoga Scola Grande–Museo di Storia Ebraica di Trani. In esposizione ci saranno 23 opere di Jacob Vassover, Samuel “Shmuel” Shmutler e Simcha Nornberg. Nelle tele dei tre artisti yiddish è rievocato il mondo degli ebrei dell’Europa dell’Est prima dell’Olocausto: gli shtetl (i villaggi ebraici), le cerimonie e le feste, lo studio della Torah, i matrimoni e un modello di vita tanto semplice quanto felice e devoto.
L’iniziativa è promossa dalla Fondazione S.E.C.A., ente fondatore del Museo della macchina per scrivere con sede presso il Polo Museale di Trani Palazzo Lodispoto, in collaborazione con la Fondazione Istituto di Letteratura Musicale Concentrazionaria (ILMC) di Barletta, e gode del patrocinio dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (UCEI). Anche il Museo Memoriale Yad Vashem di Gerusalemme ha espresso i suoi auspici a Malini e agli organizzatori della mostra.
Le opere esposte provengono dalla Collezione Roberto Malini, che comprende oltre duecento opere di artisti ebrei vittime della Shoah o sopravvissuti ai campi di sterminio, donata dal mecenate pesarese alla Fondazione ILMC. La Fondazione, grazie al lavoro compiuto negli ultimi 35 anni da Francesco Lotoro nella salvaguardia e promozione della musica scritta in ghetti, lager e gulag dal 1933 al 1953, ha dato vita a un archivio e a una biblioteca oggi tutelati e vincolati dal Ministero della Cultura, che saranno ospitati, come la collezione d’arte, presso la Cittadella di Barletta, negli ampi spazi della storica ex distilleria.
Roberto Malini, poeta e scrittore milanese, ha dedicato la sua vita al recupero di queste opere per sottrarle alla dispersione e all’oblio, un impegno che gli è valso il prestigioso Premio Pasquale Rotondi-Mecenatismo 2018. Malini descrive la sua collezione come “punto di riferimento di un luogo di comunità, simbolo della crescita civile e culturale di quel luogo e meta educativa per la ricerca, le celebrazioni della Memoria e le istituzioni scolastiche.”
La mostra sarà aperta dal 18 luglio fino al 12 settembre, con orari di apertura dal martedì alla domenica, dalle 9:30 alle 13:00 e dalle 16:00 alle 19:00. L’ingresso è previsto con ticket sinagoga (Museo di Storia Ebraica, 4 euro).
Nelle foto, locandina dell’evento; “Matrimonio ebraico” di Jacob Vassover (ca. 1950)