Pesaro, 24 agosto 2024
La verde Umbria è sotto attacco. Vi sono sei progetti avviati nella regione per l’installazione di 60 pale eoliche in aree naturalistiche caratterizzate da ambienti naturali delicati e paesaggi incantevoli. “Le gigantesche turbine che poggiano su enormi basi di cemento – commenta Roberto Malini, co-presidente dell’organizzazione internazionale per i diritti umani e l’ambiente EveryOne Group – hanno un impatto devastante su territori caratterizzati da qualità avifaunistiche importanti, danneggiando inoltre le molte attività di agricoltura biologica. È un’irrispettosa imposizione di torri eoliche di enormi dimensioni, che producono rumore e inquinamento da microplastiche a due passi da oasi naturalistiche o all’interno di esse. Su territori che, fra l’altro, hanno una ventosità estremamente bassa. Il miraggio di una transizione verso le rinnovabili nasconde in realtà un business che non è necessario e produrrà titanici scheletri in materiali non riciclabili, impossibili da smaltire senza nuovi danni per l’ambiente. E di cui le aziende installatrici, come dimostrano tanti casi in tutto il mondo, eviteranno di farsi carico, una volta terminato il loro ciclo produttivo, che dura mediamente 15 anni. Sono coinvolte aziende che, inoltre, non avranno certo cura dei crinali, delle zone boschive, delle aree caratterizzate da delicati equilibri biologici”.
“Noi di EveryOne – prosegue Malini – abbiamo presentato al governo italiano un piano alternativo, con l’impiego dei margini autostradali in aree non paesaggistiche, di tetti e zone industriali dismesse, che potrebbero evitare lo sfacelo in corso, risolvendo le necessità energetiche in luoghi adatti anche al movimento veicolare. Un progetto apprezzato, a parte il fatto che… i terreni agricoli hanno costi inferiori. Una speculazione senza regole, perché la strada verso l’invasione di questi mostri è stata spianata anche a livello giuridico. Da parte nostra, cerchiamo di informare le amministrazioni locali e non smettiamo di appellarci all’Unione europea e alla parte delle nostre istituzioni nazionali ancora attenta ai beni paesaggistici e naturalistici”.
Come EveryOne Group, anche Italia Nostra e altre associazioni ambientaliste stanno protestando contro questa devastazione sistematica di alcuni fra i luoghi più belli e ricchi di diversità biologica del nostro Paese, luoghi incontaminati e sereni che ritroviamo nei dipinti del Rinascimento a fare da sfondo a vicende religiose, storiche, mitologiche o quotidiane.
Nella foto, un paesaggio umbro nel dipinto “Lotta fra Amore e Castità” di Pietro Perugino (1503)