Graffiti in Pesaro 2024

di Roberto Malini

Pesaro è una città d’arte, per quanto trascurata e avvilita troppo spesso dalle diverse amministrazioni che si sono succedute in città. Ed è anche una città di artisti, di innovatori. I nostri giovani spesso si esprimono attraverso il graffitismo, che è una forma di creatività vicina alle istanze sociali e civili ed è costituita da interventi murali spontanei. Purtroppo, in diversi casi, si tratta di atti di rottura che presentano aspetti vandalici. Apporre una tag su una parete del centro storico, su un monumento o su una traccia del nostro passato eccede i limiti della libera espressione dell’artista. I nostri giovani, tuttavia, sembrano attualmente rendersene conto e troviamo i loro interventi su pali della luce, cassette metalliche di protezione contatori, pareti di cemento, paratie provvisorie e panchine non antiche. Qualcuno ritiene anche questo genere d’arte inappropriato, ma è un fenomeno cui assisteremo sempre, perché i giovani sono così: impulsivi, trasgressivi, viscerali nel loro trasporto creativo. Purtroppo, a Pesaro, vi è carenza di “hall of fame”, spazi lasciati disposizione degli street artist. Vi sono, piuttosto, murales realizzati “su commissione”, pagati dal Comune, spesso su superfici molto vaste. Al di là del giudizio estetico riguardante i murales di Pesaro, che rappresentano temi e personaggi decisi dalle istituzioni (Liliana Segre, Renata Tebaldi, Pasqualon, la scritta “Pesaro Capitale della Cultura” e altri), questa scelta non concede ai giovani artisti di caratterizzare luoghi cittadini con il loro talento. Il graffitista, al contrario, ci parla attraverso le sue opere del suo mondo interiore, del suo disagio, dei suoi ideali. A Pesaro vi sono graffiti stupendi, che purtroppo spesso vengono rimossi o coperti, senza lasciare traccia. Recentemente mi sono imbattuto nel lavoro di un artista del Liceo Artistico Ferruccio Mengaroni, che in uno di essi si è anche firmato, anche se in un modo difficilmente leggibile. Prima che i suoi lavori siano cancellati, eccone alcuni, in una mostra virtuale che vuole riconoscere talento e originalità, invitandolo contemporaneamente a non superare mai i confini oltre i quali si definisce chiaramente l’atto di vandalismo.

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