Umbertide (PG), una Pasqua avvelenata dall’industria pericolosa

di Roberto Malini

Pasqua, una nube di fumo nero avvolge Umbertide (PG) e ci mette in guardia contro l’irresponsabilità istituzionale nei confronti dei rischi industriali

È bastato poco. Un pomeriggio di Pasqua, un piazzale pieno di plastica, un impianto chiuso ma esposto a una serie di rischio dii incidente. E in pochi minuti, una nube nera e tossica ha oscurato il cielo di Umbertide (PG) e dei comuni limitrofi. Sirene, ordinanze d’emergenza, paura, finestre chiuse, coltivazioni compromesse, aria irrespirabile.
Eppure, bastava un minimo d’attenzione, una reale prevenzione, un piano trasparente. Invece, ci si è affidati alle promesse, alle autocertificazioni di sicurezza e – ancora una volta – al caso.
Accade ogni volta. Si approvano progetti in aree fragili, si accolgono aziende insalubri vicino alle case, si zittiscono gli esperti, si ignorano gli allarmi della società civile. Lo stesso schema si ripete anche a Pesaro, dove si vuole insediare un impianto di liquefazione GNL in pieno abitato, a 120 metri dalle case, in una zona alluvionale e sismica.
Continueremo a chiudere gli occhi? A fingere che la sicurezza sia solo un numero su una relazione tecnica? A ignorare che le emissioni, le esplosioni, i veleni non fanno differenze tra giorni di festa e giorni feriali?
Se la Pasqua porta con sé un messaggio, è anche questo: non lasciamo che la memoria si bruci con l’ultima scintilla del rogo. La vita e la salute vengono prima degli interessi industriali.
Mai più occhi chiusi. Mai più silenzi. Mai più promesse al posto della verità.

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