Molti dei luoghi italiani più ricchi di vegetazione e fauna, valli, crinali, pianure e litorali, sono in pericolo. Lo sono numerose località incontaminate che conservano memorie antiche di popoli, tradizioni, culture. A causa del programma istituzionale per lo sviluppo dell’energia eolica, è in corso un’autentica, devastante “invasione” di tali siti. Il programma, strettamente legato al PNRR, prevede la realizzazione di decine e decine di progetti, affidati a quelle stesse “aziende dell’energia” che hanno devastato mari, valli e foreste in ogni parte del mondo, irridendo i diritti dei popoli e le leggi vigenti, forti di capitali quasi illimitati e poderosi legami istituzionali. Nascono comitati per il no all’eolico in tutta italia, comitati di cui fanno parte giuristi, storici dell’arte, economisti, professionisti in ogni campo e cittadini preoccupati. Nonostante sia ormai assodato dalla ricerca che l’energia eolica non è “green”, perché distrugge l’ambiente e inquina sia nella fase di produzione delle turbine che in quella successiva di installazione, il “business del vento” non si ferma. L’installazione di gruppi di turbine alte fino a 200 metri avanza da nord a sud e nelle isole, inserendosi con una violenza inaudita nei paesaggi. “Hanno le dimensioni di un palazzo di settanta di piani,” ha affermato con inquietudine il sindaco di uno dei luoghi scelti per ospitare una serie di aerogeneratori, “ e il nostro paesaggio rischia di essere deturpato e ferito a morte”. L’impatto dei “parchi eolici” costa molto caro alle comunità colpite da questa avanzata industriale irragionevole e perversa. È un danno di proporzioni incalcolabili che si ripercuote sull’ambiente e annienta la cultura. Si tratta di ecomostri che rappresentano un orrore mai visto prima e si trasforma in un elemento che entra a far parte degli stessi paesaggi, con la sua colossale e venefica bruttezza. Non vi è alcun vantaggio economico dall’eolico, come dimostrano diversi importanti studi ed è innegabile che questa energia ben poco “pulita” venga prodotta da finanziamenti pubblici, un vantaggio per le aziende installatrici che paghiamo e subiamo noi cittadini. E lo paga, lo subisce un paesaggio tanto delicato quanto prezioso, spesso una traccia incomparabile della nostra storia, della nostra cultura, un luogo sacro improvvisamente crocifisso, umiliato e piagato mortalmente. La stessa sorte è riservata ad alcuni litorali, se la società civile non sarà unita e non troverà la forza morale, politica e civile per allontanare questo mostro dei nostri tempi da territori e coste. Roberto Malini – EveryOne Group
La “Crocifissione” è un’opera digitale di Roberto Malini