Il 3 gennaio 2024 Edith Bruck, scrittrice ed educatrice alla Memoria della Shoah, compie 93 anni; proposta la sua candidatura al Premio Nobel per la Letteratura
Domani, 3 gennaio 2024, è il 93° compleanno di Edith Bruck, una figura di straordinaria forza e resilienza, nonché una delle voci più autorevoli nel raccontare l’orrore della Shoah. Nata Edith Steinschreiber il 3 maggio 1931 a Tiszabercel, in Ungheria, fu l’ultima di sei figli di una modesta famiglia ebrea. Sin da giovane, affrontò la discriminazione e il rifiuto a causa delle sue origini.
All’età di tredici anni la sua vita venne strappata al suo piccolo mondo e ai suoi affetti, quando fu deportata dal ghetto ungherese di Sátoraljaújhely ad Auschwitz e successivamente ad altri campi di concentramento, tra cui Dachau e Bergen-Belsen, dove fu finalmente liberata insieme alla sorella nell’aprile del 1945. Purtroppo, i suoi genitori e molti altri familiari non sopravvissero ai terribili orrori dei campi di sterminio.
Dopo la guerra, nel 1954, Edith si stabilì a Roma, dove vive e lavora ancora oggi. È diventata una preziosa testimone della Shoah e un’educatrice alla Memoria, impegnandosi a diffondere la consapevolezza dell’orrore che ha vissuto e a promuovere la pace e la tolleranza tra i popoli.
In occasione del suo 93° compleanno EveryOne Group, insieme ad altre associazioni per la Memoria dell’Olocausto, ha proposto la candidatura di Edith Bruck al Premio Nobel per la Letteratura, riconoscendo così il valore e l’importanza del suo lavoro nel mantenere viva la memoria dell’Olocausto e nel promuovere la pace fra i popoli.
Edith Bruck ha scritto in italiano diversi libri fondamentali, che hanno contribuito alla conoscenza dell’Olocausto, tra cui “Le sacre nozze” (1969), “Lettera alla madre” (1988), “Nuda proprietà” (1993), “Signora Auschwitz – Il dono della parola”, “Quanta stella c’è nel cielo” (2009) e “Il pane perduto” (2021). Le sue poesie, pubblicate nella raccolta “Versi vissuti” (2018), sono considerate fra le più intense e toccanti del nostro tempo.
In occasione del suo compleanno, il poeta e difensore dei diritti umani Roberto Malini, che ha avuto il privilegio di incontrare più volte Edith Bruck (nella foto di Steed Gamero è a Pitigliano, nel 2006), ha scritto una poesia in suo onore, testimoniando così il profondo impatto che questa straordinaria donna ha avuto sulla sua vita, sul suo attivismo e sulla sua arte.
A Edith Bruck (Tiszabercel, 3 maggio 1931)
Edith parla ai ragazzi,
Nonostante ogni parola
Bruci come una fiamma quando esce
Dalle sue labbra, faticosamente.
Più forte dell’acciaio, dolorosa
Come un parto di pietra
È l’alba, che si accende
Sulla sua vita, ancora.
Adesso prega, perché si apra la finestra
E non si senta più il fetore insopportabile
Del bene andato a male,
Della carne innocente incenerita.
Ricordare, dimenticare
E in mezzo, la porta
Senza colore di una baracca,
Di una prigione, di casa.
Edith parla ai ragazzi
Nonostante ogni parola
Bruci come una fiamma quando esce
Dalle sue labbra, faticosamente.
E desidera solo distaccarsi
Da volti in ombra,
Oscillanti riflessi in pozze scure,
Per riconciliarsi con l’aria.
I ricordi sono schegge arrugginite
Piantate nel suo cuore,
Ma sono anche il fresco del mattino,
Il profumo del pane appena cotto.
Il pane di chi ha fame, la memoria,
così nutriente per i giovani
Che lo aspettano, buoni e famelici,
Dietro porte senza chiavi.
Edith parla ai ragazzi
Nonostante ogni parola
Bruci come una fiamma quando esce
Dalle sue labbra, faticosamente.
Foto di Steed Gamero (Pitigliano, 2006)