Il bosso, re incontrastato del “giardino cubista”

articolo e foto di Roberto Malini

L’intenso dibattito verificatosi a Pesaro in seguito all’installazione di alcune aiuole caratterizzate da forme geometriche delle piante nel principale piazzale presso il lungomare, mi ha ispirato questa riflessione sul bosso, una pianta da siepe che non tutti conoscono, ma riveste un ruolo fondamentale nei giardini pubblici e privati.

Ogni giardiniere che ami la propria arte, che trascorra felicemente parte del proprio tempo tra le rigogliose aiuole di parchi e giardini e ancora di più se versato nell’arte topiaria, la “scultura vegetale”, non può non avere un debole per una pianta: sua maestà il bosso. Il bosso è il marmo o il bronzo di tale forma di artigianato immaginifico, una pratica antica che trasforma le piante in vere e proprie opere d’arte viventi.

Quanti giardinieri del mondo amano il bosso per la sua eleganza senza tempo, per la sua capacità di adattarsi a qualsiasi forma, per la sua resistenza e per la sua longevità! È una pianta versatile che incarna da tempi antichi ideali di perfezione, un simbolo di eternità nel mondo mutevole dei giardini.

No, la passione per il bosso non è una scelta superficiale. Non per chi conosce bene la storia di questa pianta straordinaria. Ne conosce le radici arboree, ma anche quelle ideali, che affondano nella mitologia greca, dove il bosso era associato a Bacco, dio del vino e della fertilità, simboleggiando prosperità e abbondanza.

È consapevole, mentre ne guida i rami a seguire traiettorie studiate, della sua presenza nei giardini dei monaci medievali, dove veniva coltivato con cura per creare labirintici disegni geometrici, simboli di luoghi dell’anima. Il bosso era ed è la materia a disposizione degli artisti botanici e della loro fantasia. Ora è un’umile siepe e subito dopo si trasforma in archi, spirali, sfere e animali fantastici.

Ma quello che amiamo di più del bosso è la sua capacità di trasformare il giardino in un luogo magico, dove la fantasia si leva in volo e la natura si fonde con l’arte. Ogni rametto piegato o potatura, ogni cesello è un atto di creazione, un’opportunità di plasmare il verde in forme uniche e sorprendenti.

E così, mentre passeggiamo, per esempio, nel “giardino cubista” di piazzale della Libertà, a Pesaro, possiamo sorridere compiaciuti e consapevoli di entrare a far parte di una tradizione antica e nobile, dove il bosso e le altre composizioni geometriche non sono solo bellissime piante, ma compagni di viaggio in un moderno “Paese delle meraviglie”.

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