Italo Fracassini, artista resiliente, scultore della Verità

di Roberto Malini

Italo Fracassini era un uomo umile, costretto dalle circostanze della vita a dedicarsi a lavori pesanti fin dalla giovane età. Un’esistenza di sacrifici e privazioni, che tuttavia non riuscì mai a spegnere in lui l’amore per l’arte e la bellezza. Cresciuto in una famiglia semplice a Valtreara, un piccolo villaggio del comune di Genga, Fracassini imparò presto il significato del lavoro duro, spaccando pietre nelle cave o lavorando come manovale in Francia. Il suo destino sembrava condurlo lontano da ogni possibilità di esprimere quel talento innato che ardeva nel suo animo come una fiamma inestinguibile, ma alla fine della sua vita, dopo una lunga carriera come lavoratore manuale, trovò finalmente il coraggio di dare forma a un sogno mai abbandonato.

Fracassini scelse il legno, un materiale che lo avvicinava alle radici più profonde e alla storia millenaria della scultura. Di questo, però, l’artista era inconsapevole, perché la vita non gli aveva concesso di studiare, nonostante la sua passione innata per le arti plastiche. Grazie a quella segreta affinità che lega gli artisti attraverso tempi e spazi diversi, tuttavia, le sue prime opere richiamano una tradizione millenaria, con reminiscenze di sculture arcaiche come gli xoana greci o gli ex voto gallo-romani. Figure appena sbozzate, ruvidamente scolpite, che portano con sé una semplicità primordiale capace di toccare l’anima. Opere che sono pervase, dietro l’apparente durezza delle linee, da una delicatezza spirituale che testimonia la profondità delle emozioni dell’artista, il suo anelito alla trascendenza e la sua fede sincera.

La scelta del legno come medium non è casuale. Esso ha rappresentato, attraverso i secoli, una delle materie prime più utilizzate dagli scultori, soprattutto nell’Europa medievale. E come gli artisti anonimi che ci hanno lasciato crocifissi lignei o figure sacre di straordinaria intensità emotiva, anche Italo Fracassini ha trovato nel legno lo strumento perfetto per esprimere la sua spiritualità. I suoi volti di Cristo richiamano le sculture del Medioevo europeo, non solo per la semplicità delle forme, ma soprattutto per il senso di sacralità e compassione che emanano. Come Benedetto Antelami e altri grandi scultori medievali, Fracassini ha saputo cogliere l’essenza del divino nella materia, riuscendo a rendere tangibile la sofferenza e la santità del sacrificio.

Non si potrebbe neanche affermare che il lavoro di questo particolarissimo artista sia di stampo prettamente europeo, perché nei suoi lavori si riconoscono stilemi che ritroviamo nella scultura lignea africana, con figure allungate e stilizzate, volti segnati da un’espressività potente, a metà strada tra l’umano e il mitico. Sono caratteri che conferiscono al corpus delle opere scolpite di Fracassini una dimensione universale, che trascende i confini culturali e storici. È come se, attraverso il legno, l’artista fosse riuscito a dialogare con le esperienze creative di tutto il mondo, del passato e del presente, per dare voce a un’umanità comune, fatta di sofferenza, speranza, amore e fede.

Nato nel 1914, Italo Fracassini ha trascorso gran parte della sua vita lontano dall’arte, come ho già scritto. Costretto a emigrare in Francia per sfuggire alla povertà, ha lavorato come manovale fino al 1965, quando si è trasferito a Pesaro con la moglie. Solo una volta raggiunta la pensione, ha potuto finalmente dedicarsi alla sua vera passione, trasformando le sue mani callose, segnate dal lavoro, in strumenti di creazione artistica. Le sue opere sono nate così, con semplicità e sincerità, e sono diventate regali per i suoi cari, simboli di affetto e gratitudine.

Il talento di Fracassini, tuttavia, non è passato inosservato. Nonostante la sua natura schiva e modesta, è stato iscritto a un concorso di scultura da un parente e ha vinto, superando artisti più noti e affermati. Quella vittoria ha rappresentato per lui il coronamento di un sogno, ma soprattutto il riconoscimento di un talento che, per troppo tempo, era rimasto nascosto. La sua arte, come la sua vita, è un inno alla perseveranza e alla passione.

In un mondo dove l’arte è spesso vista come un esercizio di stile o un prodotto di mercato, le sculture di Italo Fracassini ci ricordano che l’arte vera nasce dal cuore e dall’anima. Come mi disse un giorno di oltre quarant’anni il mio amico Ibrahim Kodra, uno dei più grandi artisti del XX secolo, “l’arte non è solo talento e tecnica, ma è soprattutto verità”. E la verità delle opere di Fracassini risiede nella loro semplicità, nella loro autenticità, nella loro capacità di toccare corde profonde dell’animo umano.

Le sue figure lignee, siano esse ritratti di Cristo o composizioni più profane, trasmettono un senso di dignità e spiritualità che ci riconduce alla nostra essenza più vera. Sono sculture che parlano del vivere e del soffrire, del credere e dell’amare, come testimoni di una vita vissuta con intensità e profondità. Se dovessimo inserire Italo Fracassini in una corrente artistica, potremmo definirlo un primitivista, ma la sua arte va oltre le etichette. È un’arte libera, spontanea, che incarna il senso più puro del fare artistico: testimoniare il passaggio di un’anima nel mondo e lasciare una traccia di bellezza e verità per le generazioni future. Fra i suoi lavori più sentiti vi è una scultura che raffigura il Cristo che emerge da un tronco arboreo, divenendo il simbolo dell’onnipresenza del divino nella dimensione mortale; è l’albero della vita che germoglia e dà frutti in una stagione che non è di questo mondo. Una scultura potente e bellissima, emblema di quella verità che ispirò sempre l’artista.

La morte di Italo Fracassini, avvenuta il 7 gennaio 1984, ha lasciato un vuoto tra coloro che lo conoscevano, ma le sue opere continuano a vivere, a ispirare, a raccontare la storia di un uomo che ha saputo trasformare la fatica e la sofferenza in arte. La sua eredità è quella di un artista che, pur avendo iniziato tardi, ha lasciato un segno indelebile nel cuore di chi ha avuto la fortuna di conoscerlo e ammirare le sue sculture.

I suoi lavori, che mi auguro siano esposti al più presto in una retrospettiva, non sono solo pezzi d’arte, ma testimonianze di una vita vissuta con coraggio e passione. Sono simboli di una fede incrollabile e di una visione del mondo che abbraccia il divino e l’umano, il sacro e il mondano, in un’armonia perfetta. Fracassini ci ha lasciato un corpus di opere che continueranno a vivere, a parlare di lui e della sua straordinaria visione dell’arte e della vita.

Nelle foto, alcune sculture lignee di Italo Fracassini

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