Il significato della protesta di Ahou

di Roberto Malini

Penso che sia fuorviante e riduttivo ridurre il coraggio della giovane studentessa iraniana Ahou Daryaei, arrestata per aver protestato contro l’obbligo del velo, a una contrapposizione ideologica tra lei e le donne iraniane che scelgono di indossarlo. La satira occidentale che la rappresenta in opposizione ad altre donne velate, dipinte come oppressive e ostili, tradisce una visione stereotipata della complessa realtà iraniana.

Secondo i suoi compagni di università, la giovane è stata fermata dalle guardie della sicurezza universitaria, redarguita con durezza per non indossare correttamente il velo e sottoposta a punizioni fisiche. Si pensa che sia anche stata costretta a restare in biancheria intima per ricevere un’ulteriore umiliazione. La sua scelta di mostrarsi così in pubblico, con estremo coraggio, non è stata un atto provocatorio nei confronti delle altre donne iraniane, ma un gesto di ribellione contro la vessazione subita. La sua protesta era rivolta ai metodi violenti e coercitivi della Polizia morale (گشت ارشاد, gašt-e eršâd), incaricata di imporre rigidamente i codici di abbigliamento e recentemente tornata attiva nel 2023 dopo essere stata temporaneamente sospesa. Contemporanmeamente, il suo atto chiede alla società iraniana di evolversi e riconoscere alla donne pari diritti e pari opportunità.

La Polizia morale, le cui pattuglie girano in camionette blindate e in divisa verde, impone con violenza le norme di abbigliamento ispirate alla Shari’a, arrivando a caricare, arrestare e persino torturare le donne che violano queste regole. In questo contesto, l’atto della giovane si configura come una denuncia contro la brutalità e la repressione di questa polizia religiosa e non contro l’uso del velo come libera scelta delle sue compagne. Tale rappresentazione satirica semplifica e banalizza quindi una lotta complessa, ignorando le dinamiche culturali e sociali della società iraniana e gli sforzi delle donne che si oppongono alle ingiustizie senza intaccare la libertà di scelta di chi decide di indossare il velo.

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