Pesaro, Loreno Sguanci: “Sculture e spazio”, dal 7 al 30 dicembre presso il Loggiato di Palazzo Ducale

di Roberto Malini

A ridosso delle festività natalizie, l’occasione di scoprire o riscoprire il lavoro di Loreno Sguanci, artista inimitabile che ha saputo cogliere e rappresentare quegli spazi ideali e quelle forme archetipiche che si celano fra la dimensione della tradizione e quella del divenire fluido e irrefrenabile dell’arte.

Loreno Sguanci (Firenze, 1931 – Pesaro, 2011) è una figura iconica della scultura italiana del secondo Novecento, capace di fondere il rigore della tradizione con un’inarrestabile ricerca di nuovi linguaggi. Diplomatosi al Magistero di scultura presso l’Istituto d’Arte di Porta Romana sotto la guida di Bruno Innocenti, si trasferisce a Pesaro nel 1952, dove inizia un intenso dialogo con la città e il suo tessuto culturale, diventando punto di riferimento per generazioni di artisti.

La sua parabola artistica prende il via con una fase figurativa per poi evolversi verso una sperimentazione formale che abbraccia materiali innovativi e dimensioni monumentali. Negli anni Sessanta la sua arte conquista la scena internazionale: dal debutto con una personale alla galleria L’Obelisco di Roma (1962) alle partecipazioni alla Biennale dei Giovani di Parigi (1963) e alla Quadriennale di Roma (1965), dove espone opere di legno e rame di straordinaria potenza organica.

Sguanci trasforma il legno in poesia visiva e scultorea: dagli anni Settanta in poi il suo “segno” diventa protagonista, con opere come la monumentale “Grande Parete” (Volterra, 1973) e la visionaria “Porta a Mare” (Pesaro, 1976), veri spartiacque nella relazione tra scultura e spazio urbano. Gli anni Ottanta e Novanta consolidano la sua poetica con le celebri “Tavole dei segni”, realizzate in azobè, un legno di straordinaria durezza, e progetti innovativi come i “Poli-S-Pali” (1980), sculture modulari concepite per interagire con eventi pubblici e cittadinanza.

Sempre fedele al dialogo tra arte e contesto, Sguanci realizza opere che incidono sul tessuto urbano, come il “Luogo della Memoria” (1992) e la fontana piramidale “Sorgente” (Piazza I Maggio, Pesaro). Il suo “Grande segno” nel Parco di Brufa (1995) e la maestosa “Falena” (Pesaro, 2006) testimoniano una visione che unisce monumentalità e intimità.

Oltre alla produzione artistica, Sguanci si è distinto per il suo impegno culturale e sociale: Assessore alla Cultura a Pesaro nel 1994, è stato fondatore e primo Direttore del Centro Arti Visive Pescheria (1996), oltre che promotore di iniziative educative e associative come l’Associazione Azobè Onlus.

Con Sguanci, la scultura diventa non solo materia, ma idea in dialogo con il tempo e lo spazio, un’arte che espande i confini tra estetica e vita. La sua eredità risuona ancora, scolpita nei segni di una città che si trasforma, anche grazie alle sue opere, in un parco urbano di scultura che ha un inestimabile valore culturale.

Nelle foto, alcune delle opere esposte presso il Loggiato di Palazzo Ducale

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