Genova, conferenza a cura di Matteo Fochesati: “Camillo Sbarbaro & Oscar Saccorotti”

Per il ciclo “Novecento in Liguria – Dialoghi tra arte e letteratura”

Ciclo di incontri a cura della Fondazione Mario Novaro
in collaborazione con l’Università e il Teatro Stabile di Genova

Giovedì 15 marzo 2018, ore 16,30
Foyer del Teatro della Corte
Ingresso libero
Camillo Sbarbaro & Oscar Saccorotti
Conferenza a cura di MATTEO FOCHESSATI

L’undicesima edizione del ciclo “Novecento in Liguria”, organizzato dalla Fondazione Mario Novaro in collaborazione con l’Università e il Teatro Stabile di Genova, prosegue giovedì 15 marzo alle ore 16,30 al Teatro della Corte (ingresso libero) con la conferenza di Matteo Fochessati su “Camillo Sbarbaro & Oscar Saccorotti”. La rassegna, dedicata come l’anno scorso ai “Dialoghi fra arte e letteratura”, riprende l’impostazione interdisciplinare che collega scrittori e artisti visivi, indagati nella reciproca influenza creativa. Gli incontri sono arricchiti da proiezioni e letture, volti a valorizzare aspetti meno noti della cultura in Liguria. Si segnala inoltre che la conferenza di Maria Teresa Orengo su “Vico Faggi & Bruno Liberti”, inizialmente prevista il 1 marzo e annullata causa allerta meteorologica, è stata rinviata a giovedì 29 marzo, sempre alle 16,30 e nel foyer del Teatro della Corte.

• A illustrare il rapporto tra la poesia di Camillo Sbarbaro (1888-1967) e il pittore Oscar Saccorotti (1898-1986) è lo storico dell’arte Matteo Fochessati, curatore della Wolfsoniana insieme a Gianni Franzone. Proprio il museo di Nervi, con la loro curatela, nel 2017 ha presentato la mostra antologica “L’universo artistico di Oscar Saccorotti. Disegni, incisioni e arti decorative” (catalogo Sagep). Nella geografia umana del pittore Sbarbaro occupa un ruolo significativo. L’amicizia, seguendo lo stile di entrambi, non si impone con invadenza ma al contrario con il pudore di un contatto rispettoso e ammirato, complice, di due sodali. Il primo incontro non avviene con una stretta di mano, ma attraverso un quadro di Saccorotti, Il mercato del bestiame, che Sbarbaro vede nel 1927. L’anno dopo i due si incontrano, nel 1929 Sbarbaro presenta una mostra di Saccorotti e lo stesso fa nel 1931 per un’altra mostra. Tutto procede facile e veloce, favorendo comunicazioni costanti fra i due. Del primo incontro Sbarbaro scrive: “Quel giorno riconobbi in Oscar Saccorotti un artista della mia famiglia, ma aspettai a dirglielo che fossimo soli”. Spiega Roberto Tassi in un articolo pubblicato da «la Repubblica» nel 1989: “Era il rapporto visivo, profondo, corporale con la natura ad accomunare il poeta e il pittore. E se Sbarbaro scrive in Fuochi fatui ‘Molti, la natura li disturba; i più non la vedono. In lei io mi riverso’, Saccorotti condivide le parole dell’amico. La poesia di Saccorotti, la sua passione, la sua verità sono tutte nei paesaggi, nei fiori, negli uccelli che ha dipinto”. Inoltre, nella presentazione del ’29, Sbarbaro scrive: “[L’artista] canta in altre tele, nei suoi aspetti terribili e soavi, la terra di Liguria” e sottolinea come sappia “scoprire il nuovo nel consueto”. La loro affinità artistica è sostenuta dalla stessa attenzione verso la natura e il paesaggio della Liguria, indagate con la stessa voglia di trovare una stretta coerenza tra arte e vita.

• Camillo Sbarbaro (1888-1967), poeta e scrittore, nasce a Santa Margherita e trascorre tutta la sua vita in Liguria, tra Genova e Spotorno. Resine, il suo primo libro di poesie, risale agli anni del liceo. Da allora non smette di pubblicare liriche e prose, dedicandosi anche all’insegnamento e alla traduzione, senza trascurare l’interesse scientifico verso i licheni. I suoi testi principali sono Trucioli (1914-1918), scritto in parte al fronte e pubblicato su «La Riviera Ligure», Pianissimo (1914), Rimanenze (1955), Fuochi fatui (1956), Cartoline in franchigia (1966). Tra gli scrittori tradotti figurano Stendhal, Flaubert, Sofocle, Euripide, Huysmans, Maupassant, Balzac, Zola.

• Oscar Saccorotti (1898-1986) nasce a Roma ma si trasferisce a Genova nel 1914 con la famiglia e qui rimane fino alla morte. Dopo la guerra con il fratello Fausto si dedica alla fabbricazione di giocattoli in legno dipinto (celebri gli aeroplanini) e poi all’interior design lavorando in particolare per la Mita, fabbrica di stoffe a Nervi. Parallelamente avvia una ricerca pittorica che lo porta più volte alla Biennale di Milano, poi a Vienna e a Berlino.

• Tra i suoi dipinti sono da citare Il cielo nella serra (1976), Paesaggio d’Albaro (1967), Serre sotto la neve (1967), ma anche Licheni. Omaggio a Camillo Sbarbaro (1978). La sua abitazione Il pettirosso a Megli, immersa nel verde, è in perfetta sintonia con la sua arte.

• Matteo Fochessati, Conservatore della Wolfsoniana di Genova, di cui ha curato mostre e allestimento museale, dal 2004 è professore a contratto di Teoria e storia del design all’Università di Genova. Dal 2005 tiene anche un insegnamento di arte contemporanea per il Genoa School of Architecture Program – Florida International University. Corrispondente dal 1997 de «Il Giornale dell’Arte», ha curato numerose mostre in Italia e all’estero ed è stato tra gli altri autore dei volumi La voce del mondo. L’immagine della radio in Italia tra le due guerre (1992) e Art Nouveau tra modernismo e nazionalismo romantico (2012).

 

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