Fabio Patronelli e il Mediterraneo dei migranti alla mostra sugli Apolidi

di Genova Poesia

I due dipinti di Fabio Patronelli esposti allo Spazio The Art Land presso la Fabbrica del Vapore di Milano in occasione dell’evento “Apolidi – Identità non disperse”, inaugurato il 4 maggio scorso, sono realizzati ad acrilici su tela, misurano cm. 50X50 e si intitolano “Mediterrraneo 1” e “Mediterraneo 2”. Sono dedicati ai diritti di coloro che fuggono da persecuzioni e crisi umanitarie, diritti troppo spesso violati. Il mare, fonte di vita, ma anche causa di morte, quando affrontato in condizioni di emergenza e disperazione, è visto in queste opere come una grande gemma – o un grembo liquido – dai confini indeterminati, con le sue lucentezze, colori, trasparenze e brillanze, ma anche con la sua profondità abissale in cui ci si può perdere.

“Sono lieto e orgoglioso di esporre accanto ad artisti di grande talento,”ha detto Patronelli durante il vernissage, “in un evento che restituisce all’arte un ruolo guida per la società. Mi sento molto vicino ai progetti curati da Antonietta Campilongo, che da tanti anni cerca e promuove proprio quegli artisti che esprimono un’energia che l’arte possiede, ma che spesso non mette in luce: la forza di cambiare la società, di influire su fattori di importanza vitale come le migrazioni, i diritti umani, la pace, la necessità di difendere l’ambiente”.

Fabio Patronelli è nato a Milano il 14 maggio 1986. Artista astratto, studia da anni i rapporti fra le proporzioni della fisica e l’arte. Si è dedicato in passato alla musica elettronica, alla Land Art, all’arte applicata all’industria (nel 2008 ideò la Wind Art, sollevando l’interesse dell’Unione europea con un progetto che trasformava gli impianti eolici in “Totem del Vento”) e alla Video Art. Spesso dipinge ad acrilici su carta, su superfici che misurano 18×20 cm, le misure della testa umana, centro fisico della creatività. Nel 2014 ha ricevuto il Premio Milano per l’Arte presso il Consolato Generale dell’Ecuador di Milano. Attivista per i diritti umani e l’ambiente, ha realizzato la serie di opere “La Flor de la Esperanza” a sostegno delle rivendicazioni delle popolazioni indigene dell’Amazzonia ecuadoriana colpite dal disastro naturale e umanitario provocato dalla multinazionale del petrolio Chevron-Texaco. Alcune di tali opere sono esposte presso l’Associazione delle Vittime del Disastro Chevron-Texaco, in Ecuador. Patronelli ha incontrato a Genova il celebre avvocato ecuadoriano Pablo Fajardo, che difende le popolazioni colpite dalla tragedia ambientale, cui ha donato un’opera della stessa serie. È molto attivo a difesa dei diritti dei migranti e dei profughi.

Nelle foto di Steed Gamero, Fabio Patronelli; i dipinti “Mediterraneo 1” e “Mediterraneo 2” in mostra allo Spazio The Art Land presso la Fabbrica del Vapore di Milano; un momento della giornata inaugurale.

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