Abuja, Nigeria: una città in cui vivono un milione e mezzo di abitanti, fra uffici amministrativi, progetti di crescita economica che iniziano, ma non terminano mai, infrastrutture insufficienti, conflitti sociali e un tasso di povertà e disoccupazione sempre in aumento. Ci vogliono coraggio, impegno e fede nel futuro e sono queste virtù – motore di ogni possibile progresso sociale – che ispirano la poesia di Alatishe Kolawole. RM
Restando fedele (Staying True)
di Alatishe Kolawole – trad. di Roberto Malini
Le strade che conducono alle porte delle nostre case sono davvero povere.
Vedo buchi come trappole decorate; impreco, ma non ho altra via di casa.
Le auto che le percorrono hanno mozzi che piangono e ammortizzatori che narrano storie tristi.
Le tubature delle nostre case sono ossidate e bruciate.
Non portano acqua come quelle che ci sono in occidente.
Non disturbarti a girare i rubinetti disfunzionali. Siamo uno stato fallito.
Non scorre acqua nelle nostre case.
Qui dentro le lampadine sono in vacanza.
Non disturbarti a premere l’interruttore, qui ci nutriamo nel blackout.
Siamo felici di avere la luna e le stelle. Ho scritto tutti i miei libri sotto di loro.
Premendo l’interruttore, gridiamo
“Dai, Nepa*!”
Come se l’elettricità fosse un privilegio.
I nostri ospedali sono in sciopero e se non sono in sciopero, non hanno medicine
e se hanno medicine, la povera madre non può permettersi il prezzo di mercato del farmaco che le serve.
Lavoriamo così duramente, ma abbiamo basso potere d’acquisto. I salari minimi sono noccioline.
Più del 69% della popolazione è senza lavoro.
Ma eccomi qui a scrivere e toccare vite. Sperando di poter fare la differenza,
restando fedele a me stesso e al mondo. Riflettendo sulle mie origini, rimanendo positivo,
apprezzando ogni prossima tappa e tutta la bellezza e le possibilità che promette.
*Nepa è l’acronimo di National Electric Power Authority – il vecchio nome della Phcn (Power Holding Company of Nigeria), società governativa erogatrice dell’energia elettrica in Nigeria – usato ancora nel linguaggio comune dei nigeriani.