Incontro. Marino Magliani o dell’inquietudine

di Fondazione Mario Novaro

Definire Marino Magliani scrittore e traduttore è corretto, ma non basta. Altrettanto interessanti sono le esperienze che lo hanno condotto a queste attività, descritte nelle sue pagine con una sincerità distribuita con discrezione e rispetto per il lettore.

Marino Magliani o dell’inquietudine. Giovedì 24 maggio 2018, ore 17, presso la Biblioteca Universitaria di Genova (Ex Hotel Colombia), Via Balbi 40.
ingresso libero
Introduce Maria Novaro (Presidente Fondazione Mario Novaro, Genova), interviene Barbara Panelli (scrittrice), alla presenza dello scrittore e traduttore Marino Magliani.

La Biblioteca Universitaria di Genova (via Balbi 40, ex Hotel Colombia) giovedì 24 maggio, alle ore 17, ospita l’incontro Marino Magliani o dell’inquietudine, organizzato dalla Fondazione Mario Novaro in collaborazione con la Biblioteca Universitaria. L’evento partecipa al “Maggio dei Libri”, promosso dal MIBACT. Introdotta da Maria Novaro, presidente della Fondazione Mario Novaro, e presentata da Barbara Panelli, la conferenza si propone di tracciare il ritratto dello scrittore e traduttore Marino Magliani, che sarà presente e descriverà genesi, sviluppi, caratteristiche di un’attività letteraria condotta seguendo percorsi imprevedibili, per non dire unici. L’ingresso è libero. 

Marino Magliani à nato nel 1960 a Dolcedo, in Val Prino, nell’entroterra di Imperia. Dopo avere vissuto per anni tra Spagna e America Latina, alla fine del Novecento si è trasferito in Olanda, dove tuttora risiede. Ha pubblicato oltre una ventina di opere (romanzi, racconti, poesie), a cui si aggiungono una decina di traduzioni e sceneggiature. 

Definire Marino Magliani scrittore e traduttore è corretto, ma non basta. Altrettanto interessanti sono le esperienze che lo hanno condotto a queste attività, descritte nelle sue pagine con una sincerità distribuita con discrezione e rispetto per il lettore. I suoi libri sono la controimpronta lasciata dalla vita, come i fossili portano i segni della foglia che fu. I viaggi di Magliani costituiscono l’esilio volontario di un uomo che si definisce “iscritto al club regale della marginalità”. La prima marginalità è il crisma della nascita avvenuta in un ospizio. La seconda è l’infanzia trascorsa in campagna, con un padre che molti scambiano per nonno e il dialetto come lingua madre, poco presentabile in città. La terza è il collegio scelto volontariamente per scappare dalla malinconia. La quarta è l’incubo del servizio militare, con il diritto al congedo troppo a lungo frenato dall’ottusità della burocrazia, nonostante il padre stia morendo. Un dolore decisivo. L’esperienza è così devastante che trascina Magliani in un abisso da cui esce lasciando l’Italia, per approdare prima sulle spiagge catalane, poi nella pampa argentina, infine in Olanda, dove scarica aringhe e traduce, scegliendo una città – Zeewijk – che a un certo punto, guardando la cartina sulla pensilina del bus, scopre essere la perfetta sovrapposizione della Liguria. Gli ambiti umani e geografici che attraversa diventano oggetto di infinita ispirazione per la sua produzione letteraria, vagliati dall’intuito affinato dormendo sotto le barche in Costa Brava, intrecciando una relazione epistolare con Antonio Tabucchi, osando affrontare l’inquietudine da cui è impossibile scappare qualunque panorama si scelga di abitare. Com’è impossibile, per Magliani, non riportare ogni luogo e ogni persona, alla matrice della terra che non ha mai dimenticato, “la Liguria capovolta di noi esiliati che la spiamo da qui”, dal freddo dell’Europa del Nord.

Alcuni titoli nella produzione di Marino Magliani: L’esilio dei moscerini danzanti giapponesi (Exorma, 2017), Soggiorno a Zeewijk (Amos, 2014), Amsterdam è una farfalla (Ediciclo, 2011), Quella notte a Dolcedo (Longanesi, 2008), Il collezionista di tempo (Sironi, 2007), tra i romanzi; Sudeste di Haroldo Conti (Exorma, 2018), Casamatta (El Blocao) di José Díaz Fernández (Miraggi, 2018), Acqueforti di Buenos Aires (Del Vecchio, 2014), Ultima rumba all’Avana di Fernando Velazquez Medina (Il Canneto, 2014), La moglie del colonnello di Carlo Alberto Montaner (Anordest, 2012) fra le traduzioni; La ricerca del legname (Tunuè, 2017) e Sostiene Pereira (Tunuè, 2014), fra le sceneggiature di graphic novel; la raccolta poetica All’ombra delle palme tagliate (Amos, 2018).
  
Info: Fondazione Mario Novaro, c.so Saffi 9/11 16128 Genova
Tel. 010/5530319 – info@fondazionenovaro.it

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